L’AD, che è approdato nel gruppo veronese a giugno dell’anno scorso, si è attivato per portare un rinnovamento finalizzato a un cambiamento culturale, organizzativo e di governance.
Dal 1° giugno 2017 al 29 gennaio 2018: otto mesi. Tanto è passato dall’insediamento di Alberto Minali (foto sopra) in qualità di amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni alla presentazione del nuovo piano industriale 2018-2020. In otto mesi l’ex manager di Generali ha apportato diverse novità dal punto di vista organizzativo, culturale e di governance. Iniziative che sono servite per porre le basi e per preparare il nuovo corso del gruppo veronese. Vediamo, allora, che cosa è cambiato in Cattolica dall’avvento di Minali.
L’organizzazione, in particolare, ha subìto un cambiamento profondo. Innanzitutto si è proceduto alla ristrutturazione (ancora in atto) di 19 aree funzionali. A livello di management committee, c’è da registrare un rinnovamento, per due terzi, del management team che adesso ha la possibilità di riunirsi in meeting con frequenza settimanale.
Per quanto riguarda l’area finanza e amministrazione è stata riallocata con nuovi referenti, con la parte investimenti che è stata enucleata e posta a riporto diretto dell’amministratore delegato. Nei danni non auto, Cattolica ha aggregato nelle varie linee assuntive tutte le funzioni di pricing di prodotti, di selezione del rischio sia retail, sia aziende, con la funzione attuariale che adesso è distribuita e integrata con le funzioni assuntive.
Per quanto concerne la distribuzione, la direzione generale è stata rifocalizzata su mercati e canali di vendita e, in chiave innovazione, è stata introdotta una nuova unità, con responsabilità sulla gestione dei dati. Infine lo staff, con human resources e organizzazione a diretto riporto dell’amministratore delegato e sono stati razionalizzati i primi riporti con un nuovo direttore legale e un nuovo direttore comunicazione. L’obiettivo di Cattolica è chiaro: una maggiore responsabilizzazione delle varie direzioni sui risultati.
Un capitolo a parte meritano le risorse in azienda. Dall’agosto dell’anno scorso è stato introdotto il job market per favorire la mobilità interna e consentire una riallocazione spontanea delle risorse da alcune funzioni aziendali ad altre. Secondo i dati resi noti da Cattolica, circa il 15% delle risorse (oltre 300 persone) ha aderito a programmi di mobilità interna in sei mesi.
Allo stesso tempo si è cercato di valorizzare i numerosi talenti presenti in azienda con promozioni di nuovi manager e con l’identificazione di 50 talenti «che saranno le future leve manageriali del gruppo», ha puntualizzato Minali. Talenti che, fra l’altro, sono stati coinvolti per la realizzazione del piano industriale. Cattolica intende incrementare del 50% il livello di soddisfazione dei dipendenti e per questo ha previsto circa 30 milioni di euro di investimenti in tre anni per incentivazione e valorizzazione dei talenti. «Il nostro obiettivo è quello di migliorare il lavoro di squadra e la soddisfazione di chi lavora in Cattolica, introducendo meccanismi di equità e di meritocrazia. Dobbiamo diventare un pò più moderni di quello che siamo adesso», ha sottolineato l’AD.
Fra le azioni compiute nei primi otto mesi di gestione Minali, ovviamente vanno annoverate l’accordo di esclusiva con Banco Bpm (terza banca per sportelli in Italia), su cui Tuttointermediari.it tornerà nei prossimi giorni, la revisione dell’offerta dei prodotti vita e il lancio del nuovo sistema gestionale sempre nel business vita, la riduzione dell’esposizione su titoli governativi Italia di oltre 5,5 punti percentuali e l’emissione di un bond a condizioni vantaggiose.
Fabio Sgroi
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