Finisce nel modo più amaro l’avventura dell’ex amministratore delegato,che prima ha comunicato il suo addio, poi ha notificato alla società veronese un atto di citazione. Ma i vertici del gruppo non ci stanno e sono pronti a difendersi.  

L’avventura di Alberto Minali in Cattolica Assicurazioni è arrivata al capolinea. L’ex amministratore delegato era stato sollevato dall’incarico alla fine dello scorso mese di ottobre, ma era comunque rimasto all’interno del consiglio di amministrazione in qualità di membro.

Nella serata di venerdì scorso, l’ex manager di Generali ha fatto pervenire al board di Cattolica le sue dimissioni da consigliere, il che chiude definitivamente la sua esperienza presso il gruppo veronese.

Minali, immediatamente dopo aver informato il Cda della sua decisione, ha notificato tramite i suoi legali un atto di citazione nei confronti della società veronese per ottenere, si legge in una nota di Cattolica,  «il riconoscimento di sue pretese economiche a seguito della revoca, sull’asserita mancanza di una giusta causa, pretese comunque da ritenersi infondate e che saranno oggetto di adeguata risposta in sede difensiva; tali pretese, per complessivi euro 9.600.000 circa e mai formulate sino ad ora, non incidono sulla legittimità della deliberazione di revoca delle deleghe operative del 31 ottobre 2019, che non è stata oggetto di impugnazione, come pure mai sono state impugnate dal dottor Minali altre delibere consiliari riguardanti la questione». La battaglia legale è appena cominciata…

Fabio Sgroi

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