Entro la fine del triennio 2020-2022 saranno oltre 50 i soggetti entrati nel nostro Paese con piani di investimento importanti.

Le start up estere vedono l’ecosistema assicurativo italiano molto attraente. «La bassa penetrazione assicurativa unita al basso livello di digitalizzazione del nostro Paese, hanno reso il mercato assicurativo italiano dell’insurtech molto attrattivo, soprattutto per i player stranieri: entro la fine del triennio 2020-2022 l’Italia vedrà l’ingresso di oltre 50 player in ambito assicurativo con piani di investimento importanti», ha affermato Simone Ranucci Brandimarte, presidente dell’Italian Insurtech Association (Iia) nel corso dell’ultimo Italian Insurtech Summit di qualche settimana fa.
Chi sono questi 50 player? «Provengono dall’Europa e dagli Stati Uniti», ha fatto sapere Ranucci Brandimarte. «Stiamo parlando, nel dettaglio, di 10 digital brokers, 5 brokers internazionali, 3 compagnie e 30 fornitori di tecnologia e servizi insurtech».
Il presidente di Iia non ha dubbi: «Dobbiamo credere nell’ecosistema italiano insurtech; il mondo ci crede fortemente e questo è importante perché crea l’ecosistema, crea osmosi, crea competenza e dà uno stimolo a tutti noi per lavorare meglio».
Fabio Sgroi
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