Per l’authority l’iniziativa vìola l’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Ue. Ma l’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici continua a difendersi. Ecco gli ultimi sviluppi.
Ci sono novità per quanto riguarda l’istruttoria avviata dall’Antitrust (provvedimento n. 29638 del 3 novembre 2020) nei confronti del progetto antifrode dell’Ania, finalizzata all’accertamento dell’esistenza di violazioni dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Tfue).
Lo scorso 18 marzo, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici ha presentato degli impegni consistenti nell’apporto di modifiche al contenuto dello stesso progetto riguardanti, tra l’altro, le condizioni di accesso alla piattaforma antifrode e al portale antifrode non auto; le modalità di funzionamento e di utilizzo del portale, tra cui il suo utilizzo esclusivamente nella fase liquidativa (fino a quando la normativa non consentirà l’utilizzo di banche dati in fase assuntiva, fermo restando che, se interverrà la normativa che consentirà l’eventuale utilizzo del portale anche in fase assuntiva, lo stesso sarà sottoposto preliminarmente all’autorità); la costituzione di un organismo di garanzia.
L’Antitrust, quindi, nell’adunanza dello scorso 27 aprile, considerato «che gli impegni presentati, nel loro complesso, appaiono non manifestamente infondati e tali da essere suscettibili di pubblicazione, impregiudicata ogni valutazione dell’Autorità sulla loro idoneità a risolvere le problematiche concorrenziali sollevate in sede di avvio» e ritenuto «di poter disporre la pubblicazione degli impegni presentati da Ania, unitamente al “Documento di sintesi”, affinché i terzi interessati esprimano le loro osservazioni», ha deliberato di pubblicare sul sito internet dell’autorità gli impegni dell’Ania e il “Documento di sintesi”, che eventuali osservazioni sugli impegni presentati all’authority dovranno pervenire per iscritto, entro il prossimo 29 maggio, e che eventuali rappresentazioni da parte dell’Ania in merito alla propria posizione in relazione alle osservazioni presentate da terzi sugli impegni, nonché l’eventuale introduzione di modifiche accessorie agli stessi, dovranno pervenire per iscritto all’autorità entro il prossimo 28 giugno.

ANIA: SI’ AGLI IMPEGNI, MA… – Il progetto antifrode dell’Ania, a oggi non ancora realizzato, era stato presentato all’Antitrust il 12 marzo dell’anno scorso e prevedeva una piattaforma per lo scambio di informazioni sui fenomeni fraudolenti (con l’obiettivo di mettere a fattor comune gli episodi di frode ricorrenti) e un portale per i rami assicurativi vita e per i rami danni (esclusa la Rc auto), alimentato dalle compagnie assicurative e da utilizzare sia in fase liquidativa sia in fase assuntiva.
Per l’Antitrust, però, ci sarebbero tre dubbi. «Non sussisterebbero “adeguate garanzie di terzietà, posto che l’attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni fraudolenti nel settore assicurativo dovrebbe essere svolta a beneficio dell’intero sistema assicurativo”; piattaforma e portale darebbero luogo a “un pervasivo e continuo scambio di informazioni tra operatori concorrenti; tali informazioni, per la natura, la frequenza di scambio, il modo in cui sono elaborate e condivise, appaiono potenzialmente sensibili, non pubbliche o comunque non altrimenti rinvenibili sul mercato nelle stesse forme e con le stesse modalità permesse dal “progetto antifrode”; Il progetto determinerebbe lo “sviluppo, a partire da una mole di dati (big data) variamente combinati tra loro e con criteri ad oggi poco chiari, di algoritmi comuni finalizzati, in particolare, alla determinazione di indicatori del rischio frode omogenei, che le imprese di assicurazione potrebbero utilizzare sia in fase liquidativa sia in fase assuntiva”, con il rischio di uniformare l’attività delle imprese in fasi essenziali dell’attività assicurativa».
L’Ania, però, ritiene che il “progetto antifrode”, già nella sua versione originaria, «non sollevasse alcun problema di compatibilità con l’art. 101 Tfue» anche perché gli obiettivi sono «di interesse pubblico». L’Associazione, nel documento che riporta gli impegni, ha cercato di “smontare” gli addebiti mossi dall’Antitrust.
Gli impegni, pertanto, ha tenuto a precisare la stessa Ania, «non possono essere interpretati quale diretta o indiretta ammissione, da parte di Ania, della fondatezza delle contestazioni mosse dall’Agcm nel provvedimento» e quindi sono presentati «sul presupposto che l’Agcm confermi che non sussistano ragioni per proseguire l’istruttoria e, conseguentemente, provveda alla chiusura del procedimento senza l’accertamento di alcun comportamento illecito».
Fabio Sgroi
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