Il Sindacato nazionale agenti ha chiesto allo stesso fondo, attraverso una lettera, una serie di chiarimenti in merito alla delibera del comitato amministratore con cui…

Nei giorni scorsi, lo Sna ha inviato una lettera al Fondo Pensione Gruppo agenti Generali Italia (Ga-Gi) e allo stesso Ga-Gi chiedendo chiarimenti in merito ad alcuni aspetti relativi alla delibera che riguarda lo scioglimento del fondo pensione stesso e alla sua situazione finanziaria.
In particolare, il sindacato di via Lanzone ha chiesto:
– «quali sono le motivazioni per cui gli iscritti attivi non hanno ricevuto alcuna comunicazione sull’assunzione della delibera in merito allo scioglimento del fondo»;
– «quali conseguenze avrebbe lo scioglimento del fondo sulle prestazioni attese dagli iscritti attivi e se e in quale misura gli aderenti ne verrebbero penalizzati»;
– «in che misura le prestazioni derivanti dall’esercizio di ciascuna delle due opzioni proposte ai pensionati (capitale o rendita immediata), saranno penalizzate in relazione alla percentuale di adesione alle stesse»;
– «per quali ragioni non si ritiene percorribile l’ipotesi di gravare gli iscritti degli oneri amministrativi, preferendo lo scioglimento del fondo e la modifica sostanziale delle prestazioni»;
– «che significato ha la riserva espressa a conclusione della lettera inviata ai pensionati, secondo la quale “il Comitato Amministratore del Fondo si riserva di decidere in via definitiva in merito alle modalità di prosecuzione dell’operazione di scioglimento”»;
– «quali iniziative siano state adottate per affrontare lo squilibrio prospettico del bilancio tecnico, anche in considerazione di quanto previsto dall’art. 9 del regolamento del Fondo: “Nell’eventualità di perdurante e comprovata deficienza tecnica, il comitato amministratore deve proporre al consiglio direttivo del Ga-Gi di stabilire a carico di tutti gli associati il pagamento di un contributo straordinario ai fini di ripristinare l’equilibrio tecnico del Fondo»;
– «informare sui contenuti della lettera inviata al Fondo dalla Covip il 4 luglio 2019, avente ad oggetto: “Esito dell’accertamento ispettivo e interventi da porre in essere” con la quale l’Autorità di vigilanza ha richiesto al Fondo l’invio, entro 90 giorni dal ricevimento della stessa, di una relazione, corredata dalle valutazioni del collegio sindacale, al fine di illustrare le iniziative assunte per il superamento delle criticità riscontrate, della quale si parla nella relazione al bilancio 2019 presentata dal comitato amministratore (presidente Roberto Ancherani e vice presidente Alessio Cirasola)».
Secondo la versione dello Sna, il fondo pensione Ga-Gi ha inviato una lettera ai pensionati nello scorso mese di ottobre, con cui ha comunicato lo scioglimento dello stesso: il motivo della decisione adottata dal comitato amministratore risiede «nell’impercorribilità dell’ipotesi di gravare gli aderenti degli oneri (quantificati in circa 200.000 euro) necessari per gli adempimenti conseguenti all’entrata in vigore delle disposizioni relative all’adeguamento alla normativa “Iorp II».
Secondo quanto si legge nella lettera dello Sna inviata al Ga-Gi,  i pensionati verrebbero posti di fronte alla scelta «di rinunciare alla pensione in cambio di un capitale una tantum, oppure di trasformare l’attuale pensione in una rendita immediata da costituire mediante una polizza da sottoscrivere con la compagnia Generali Italia».
Secondo «diverse» segnalazioni ricevute da contribuenti attivi del fondo, iscritti allo Sna, «risulterebbe che nessuna comunicazione sia stata loro inviata in relazione all’assunzione di una così importante delibera che, con tutta evidenza, riguarda tutti gli agenti iscritti al fondo, sia pensionati che contribuenti attivi».
Lo Sna, «nell’esprimere sorpresa e preoccupazione per la mancanza di informazioni», ha inoltre segnalato che «alcuni nostri iscritti ci hanno informato che dal bilancio tecnico 2019 del fondo emergerebbe un consistente disavanzo prospettico (circa 1,2 milioni di euro), conseguente all’applicazione delle norme relative alla costituzione delle riserve supplementari di cui al Decreto 7/12/2012 n. 259».
Fabio Sgroi
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