Secondo una ricerca di Italian Insurtech Association condotta da EY questa tecnologia interesserà il settore con investimenti «crescenti» e impatti «significativi sul supporto clienti».
Secondo una recente ricerca di EY per conto di Italian Insurtech Association (l’associazione senza scopo di lucro che riunisce imprese attive nel settore assicurativo e non solo), per 6 compagnie assicurative su 10 l’Intelligenza artificiale (IA) generativa avrà un effetto «significativo o rivoluzionario» sulla fase distributiva.
L’obiettivo della ricerca, dal titolo Distribution (Re) Generation: L’impatto dell’IA Generativa sulla distribuzione e gli investimenti attesi, era quello di analizzare se e in che modo i player assicurativi (25 quelli che hanno preso parte all’indagine – con una copertura del market share sulla raccolta premi superiore al 40%), sul mercato stiano incorporando l’IA Generativa a supporto delle loro attività, di broker e agenti, o del cliente finale, e quali siano i vantaggi e i costi a essi connessi.
I risultati raccolti hanno evidenziato un «parziale riserbo nell’adozione di soluzioni di IA Generativa in ambito distributivo e l’attuale assenza di casi concreti di utilizzo già in produzione. Un approccio cautelativo di questo tipo può essere imputato a una certa resistenza sia culturale sia tecnologica della rete agenziale, all’incertezza normativa e alle difficoltà nel raggiungere un livello di efficacia sufficientemente maturo per l’utilizzo a regime. A fronte di costi ricorrenti e di avvio piuttosto ingenti, infatti, i benefici appaiono chiari, ma difficilmente misurabili o raggiungibili nel breve termine».
La principale tendenza che è emersa dallo studio è quella che vede il 71% del campione adottare modelli di AI Generativa proprietari presenti già sul mercato quali Gpt, Gemini o LaMda. Il 25% preferisce sviluppare in casa soluzioni proprie basate su modelli open source, mentre il 21% si affida a soluzioni di IA Generativa già pronti all’uso, integrati in applicazioni esistenti.
Per quanto riguarda i costi associati allo sviluppo di applicazioni basate su IA Generativa, si può distinguere tra costi una tantum e ricorrenti. Nel primo caso, le voci più impattanti sono quelle legate allo sviluppo e all’integrazione della tecnologia, ma anche sulla formazione del personale. Il 42% si aspetta di spendere più di 100.000 euro solo per le attività legate sviluppo e implementazione, mentre il 54% prevede di spendere tra i 10.000 euro e i 100.000 euro. Per quanto riguarda i costi ricorrenti, la consulenza esterna e l’assunzione di personale specializzato sono quelli su cui ci si attende di destinare un budget maggiore (rispettivamente il 25% e il 30% prevede una spesa annuale superiore ai 100.000 euro).
In merito all’impatto dell’IA Generativa sui processi interni, il 25% del campione si aspetta un impatto «rivoluzionario» e un ulteriore 54% un impatto «significativo». I principali ambiti riguardano «l’ottimizzazione delle attività di compliance e risk, il supporto all’IT durante l’intero ciclo di vita di sviluppo del codice, la possibilità di monitorare, tramite per esempio dashboard interattive, i flussi di cassa e i dati dell’area finance e, non da ultimo, rendere più efficienti i processi relativi alle risorse umane».
Per i player assicurativi, il caso d’uso più rilevante è quello che riguarda la capacità di questa tecnologia di riformulare la documentazione assicurativa in un linguaggio «più comprensibile» (il 28% dei rispondenti lo considera come «estremamente rilevante») per i clienti al fine di aiutare a superare le difficoltà di comprensione dei contratti assicurativi, «spesso redatti in un linguaggio giuridico complesso, contribuendo così a ridurre l’asimmetria informativa tra chi redige e chi acquista le polizze». (fs)
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