La Confederazione degli agenti generali di assicurazione di Generali Italia invia una lettera al Gruppo agenti Generali Italia.
Gli accordi proposti da Generali Italia? «Confagi (Confederazione degli agenti generali di assicurazione di Generali Italia, ndr) non è semplicemente arrivata più tardi ad apprezzare la bontà di accordi già raggiunti dal Ga-Gi (Gruppo agenti Generali Italia, ndr)», ma «non ha accettato gli accordi proposti da Generali Italia, condivisi e sottoscritti dal Ga-Gi, proseguendo la sua trattativa con Generali Italia spa per una migliore e più efficace tutela degli interessi degli associati».
Con riferimento, per esempio, all’accordo dati, «il maggior tempo» è stato richiesto perché «non poteva essere condiviso» a causa della presenza di «due limiti importanti: tra i dati dei clienti oggetto della contitolarità non vi sono i dati relativi ai contratti sottoscritti (per esempio scadenze; massimali, franchigie, premio in vigore); è previsto che la conservazione dei dati venga effettuata in via esclusiva da Generali Italia spa con il conseguente ed implicito divieto di replica sui sistemi agenziali. L’eventuale replica dei dati rappresenterebbe, in virtù dell’accordo in questione, violazione non solo delle disposizioni in materia di privacy ma anche inadempimento contrattuale verso l’impresa mandante».
Stessa cosa è accaduta relativamente alla trattativa sul mandato unico. «Confagi ha continuato a trattare alcune parti del mandato unico con particolare riferimento alla parte economica dello stesso, sempre nell’ottica di una maggiore tutela degli interessi degli associati. Se una trattativa necessita di più tempo perché quanto proposto non rappresenta il miglior risultato raggiungibile, deve, con grande senso di responsabilità, necessariamente proseguirsi fino alla giusta soddisfazione degli interessi della rete agenziale rappresentata».
Confagi ha ritenuto fare queste precisazioni in una lettera inviata al Ga-Gi, a seguito di un editoriale scritto da un associato Ga-Gi che, secondo la Confederazione, non risponde a verità.
Fabio Sgroi
© RIPRODUZIONE RISERVATA