Le rappresentanze sindacali aziendali vogliono vederci chiaro sulla riorganizzazione e l’assetto futuro del gruppo veronese.
Sospensione di ogni iniziativa di riorganizzazione da parte di Cattolica Assicurazioni, richiesta di avviare un confronto urgente, attivazione di un tavolo dove si possano condividere le linee guida sul futuro riassetto del gruppo Cattolica e sulle tutele occupazionali a esso correlate. È quanto hanno chiesto le rappresentanze sindacali aziendali del gruppo Cattolica di First/Cisl, Fisac/Cisl, Fisac/Cgil, Fna, Snfia e Uilca.
«In queste ultime settimane», si legge in un comunicato, «è stato segnalato alle OO.SS. che l’azienda avrebbe allo studio riorganizzazioni di numerose aree aziendali, e che in parte le stesse sono state già sostanzialmente realizzate o in fase avanzata di realizzazione. Questi progetti prevederebbero, in alcuni casi l’esternalizzazione delle attività e la mobilità interna dei lavoratori, in altri la cessione anche dei lavoratori, come risulterebbe essere l’idea aziendale sulle infrastrutture IT, concepita anche in conseguenza del black-out informatico del 2014». Le OO.SS. ricordano che ogni riorganizzazione o ristrutturazione che impatti sui lavoratori, sia in termini di livelli occupazionali, sia di modifica della mansione lavorativa, «deve prevedere l’attivazione di un confronto preventivo col sindacato volto alla migliore comprensione delle finalità delle operazioni e a coniugare le esigenze aziendali e quelle dei lavoratori».
Si fa poi riferimento al passato, quando le stesse OO.SS. «hanno dovuto sollecitare l’azienda al rispetto di questi essenziali impegni contrattuali», e al presente: «per alcune situazioni si deve purtroppo registrare il permanere di un atteggiamento di inspiegabile chiusura e di scarsa trasparenza della direzione».
Nell’ambito della commissione sinistri, proseguono le OO.SS., «l’azienda tarda a fornire le informazioni oggettivamente utili alla migliore comprensione degli eventuali riflessi organizzativi, presenti e futuri, dell’operazione Up Service (che ha determinato una parziale esternalizzazione della gestione dei sinistri), eludendo in tal modo il confronto con le rappresentanze sindacali».
A questo, i sindacati aggiungono «la preoccupazione derivante dalle vicende che stanno interessando la Banca popolare di Vicenza e la decisione di Cattolica di esercitare l’opzione di rescindere l’accordo». Iniziative che «quando vengono portate avanti in modo unilaterale dall’azienda senza il coinvolgimento del sindacato, provocano un diffuso senso di incertezza e precarietà che impone una discussione chiara e aperta sulle singole operazioni allo studio e sul futuro stesso del Gruppo». (fs)
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