Il vice presidente vicario del Gruppo agenti Generali Italia fa una riflessione sul quadro nel quale operano le compagnie non basate nel nostro Paese, che sarebbero avvantaggiate rispetto alle italiane. E tutto, poi, si riverbera sul prezzo…

Una riflessione sul diverso quadro normativo nel quale operano le compagnie assicurative nazionali ed estere in ambito Rc auto e che finisce col penalizzare l’intermediario, quello “fisico”. È quella fatta da Luca Capato, vice presidente vicario del Gruppo agenti Generali Italia, che ha voluto evidenziare come le norme di diritto italiano che disciplinano una materia delicata come quella assicurativa legata alla Rc auto abbiano «delle maglie così larghe e che ci siano dei veri e propri buchi» dove ci si può «infilare arricchendosi a danno delle compagnie assicurative che invece operano nel rispetto delle normative nazionali».
Il ragionamento di Capato parte dai prodotti senza risarcimento diretto che, ha evidenziato, «possono essere venduti a prezzi significativamente più bassi, poiché la non adesione allo stesso (consentita alle sole compagnie non basate in Italia) rappresenta un vantaggio economico. Vantaggio inaccessibile alle compagnie italiane che sono viceversa obbligate ad aderirvi».
Già, perché risarcendo il proprio cliente per il danno subito, che è previsto, appunto, nel risarcimento diretto, «la compagnia da un lato offre un miglior servizio e dall’atro riceve come contropartita un importo forfettario dalla compagnia in torto. In moltissimi casi il forfait, stabilito di anno in anno per legge, non è sufficiente a ripagare interamente il danno pagato determinando una perdita economica».
Le compagnie di diritto europeo che operano in Italia non sono invece obbligate ad aderire a questo sistema. Per Capato ne consegue «che i soggetti (come Iptq distribuito da Prima.it), che hanno la facoltà di non aderire al risarcimento diretto, ne traggono un vantaggio reale derivante da una asimmetria competitiva. A farne le spese sono le compagnie italiane e in ultima analisi, ancor più grave, i nostri clienti, i quali se subissero un danno da un assicurato di Prima.it si vedrebbero costretti, non certo per loro scelta, a rinunciare al risarcimento diretto, dovendosi rivolgere alla compagnia “avversaria” come si faceva prima del 2007, con buona pace della rivoluzione digitale».
Secondo il vice presidente vicario del Gruppo agenti Generali Italia si tratta di «vere e proprie furbate che per altro favoriscono quelle compagnie estere che entrano nel nostro mercato senza doverne rispettare regole e fisco. Vedremo se una politica alla ricerca drammatica di nuove risorse, e magari animata da un minimo senso di equità, riuscirà a disciplinare meglio questa materia oggi esposta ai mille furbetti che operano nel quartierino digitale».
E gli agenti? «Purtroppo subiamo quotidianamente la politica del prezzo nel ramo Rc auto, fatta in larga scala da veloci comparatori e da nuovi competitor digitali come in questo caso stranieri». All’agente, quindi, attraverso la sua consulenza e la sua professionalità, non resta che «argomentare che non è solo il prezzo quello che luccica nella Rc auto».
Fabio Sgroi
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