Il presidente dell’Unione Agenti Axa, ex iscritto Sna e Anapa: «Ci sono alcuni gruppi agenti che stanno provando a ragionare su un accordo che sia sostitutivo. Non è la panacea di tutti i mali e neanche un errore. Dico semplicemente che ci sono delle situazioni che oggi noi dobbiamo gestire e che necessitano di una risposta. Sono convinto che se al tavolo della trattativa siedono i dirigenti delle compagnie è necessario, anche per evitare fughe in avanti, che ci siano allo stesso modo i rappresentanti dei gruppi agenti».

«L’Accordo nazionale impresa agenti? Se sono trascorsi 21 anni e le associazioni di categoria non sono state in grado o non si sono poste nelle condizioni di rinnovare quello che è un elemento fondamentale per la categoria degli agenti allora si puà parlare di un fallimento totale da parte degli stessi sindacati». Alessandro Lazzaro, presidente dell’Unione agenti Axa, non usa mezzi termini per fotografare una situazione che, a oggi, pare lontana dall’essere sbloccata.
Intervenuto nel corso del convegno Rinnovo Ana 2003: Ritorno al futuro, organizzato qualche settimana fa a Padova dall’associazione Cambiare si può, Lazzaro (che ha preso parte alla ripresa delle trattative per il rinnovo dell’Ana sia nel 2006, sia nel 2022) ha fatto il punto sottolineando, fra l’altro, come le piattaforme di rinnovo di cui ha potuto prendere visione non siano altro che «oggettivamente una sorta di maquillage di quello che c’é e che racconta un mondo che non esiste più».
Il presidente di Uaa, ex iscritto a Sna e poi fondatore di Anapa (di cui oggi non fa più parte nemmeno come socio), ha fatto riferimento, per esempio, all’articolo 2 bis (che regola l’incarico conferito a società regolarmente costituita ai sensi dell’articolo 2, V comma, ndr) che, secondo molti, in prima battuta «sarebbe stato la panacea di tutti i mali. La storia ci ha insegnato che in realtà questo articolo è stato una grande truffa, perché ha permesso alle compagnie di fare esattamente quello che volevano. Hanno messo le mani in tasca agli agenti».
L’attuale accordo, ha osservato ancora Lazzaro, «è nato quando le agenzie erano organizzate in forma individuale, che oggi è residuale; alcune agenzie di oggi sono strutturate come società per azioni. C’è poi il tema dei broker che stanno entrando nelle agenzie offrendo soldi e questo sta stravolgendo il nostro mondo agenziale…».
I GRUPPI AGENTI SCALPITANO – Cosa fare in questa situazione di stallo? «Ci sono alcuni gruppi agenti che stanno provando a ragionare (alcuni lo hanno fatto in passato) su un accordo che sia sostitutivo», ha affermato Lazzaro. «Non è la panacea di tutti i mali e neanche un errore. Dico semplicemente che ci sono delle situazioni che oggi noi dobbiamo gestire e che necessitano di una risposta. Io sono convinto che se al tavolo della trattativa siedono i dirigenti delle compagnie è necessario, anche per evitare fughe in avanti, che ci siano allo stesso modo i rappresentanti dei gruppi agenti». Poi la stoccata al comitato dei gruppi agenti in seno allo Sna: «Non conta assolutamente niente e non conterà mai niente».
RINNOVO ANA, COSA FARE – Un salto in avanti. È quello che sarebbe necessario secondo Lazzaro. A livello sindacale. «Penso che oggi sia arrivato il momento di provare a fare un’unica associazione. Io faccio autocritica perché sono stato tra i fondatori di Anapa, ma perché mi ero reso conto che all’interno di Sna le cose erano immodificabili e tuttora, per la verità, lo sono…».
In ogni caso, dal momento che immaginare che si possa unire tutte le rappresentanze sindacali è a oggi utopia, per Lazzaro la prima cosa da fare per provare a smuovere le acque «è analizzare il meglio degli accordi integrativi dei gruppi agenti a oggi esistenti. Ci sarà qualche accordo integrativo che già contiene un passo avanti rispetto all’attuale Ana? Io credo di sì. Facciamo una ricognizione e attiviamoci in modo tale che i presidenti di gruppo si scambino gli accordi…».
Capitolo indennità e rivalse. Per il presidente dell’Uaa il tema «va affrontato e visto che c’é una fetta di agenti molto vicina all’età pensionabile e l’ultima cosa che vorrebbe è di cambiare il proprio regime, lancio una idea: varare un fondo di perequazione alimentato per la gran parte dalle imprese e per una piccola parte anche da noi agenti, altrimenti non ne usciamo».
Fabio Sgroi
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