Ora che non ricopre più cariche, l’ex presidente dell’Unione agenti Axa fa un’analisi dell’operato delle due associazioni di categoria. «Un rientro in Sna? Notizia priva di fondamento. Anapa?L’interazione fra i gruppi agenti non si è realizzata come nelle intenzioni…».
«Che cosa penso dell’attività politica adottata in quest’ultimo periodo da Sna e Anapa Rete ImpresAgenzia? Mi pare che scontino le difficoltà del momento, l’interlocutore istituzionale Ania ha perso forza con l’uscita di Unipol e non mi sembra che la nomina di Stella Aiello come responsabile della distribuzione Ania sia un bel segnale se non quello di provare a ricucire i rapporti interni in Ania. E poi, a parte gli slogan e la propaganda, se guardiamo ai fatti, la situazione vede una categoria che perde pezzi ogni anno, un accordo Ana che è fermo da anni, il Fondo pensione che per gli agenti e soprattutto per i pensionati è un bagno di sangue, la digitalizzazione sta entrando prepotentemente nel business delle assicurazioni e, in assenza di regole, eroderà quote di mercato degli agenti sul retail. E potrei continuare ancora, non mi sembra una situazione facile, poi ognuno è giusto che guardi in casa propria». Insomma l’opinione di Alessandro Lazzaro, ex presidente dell’Unione agenti Axa, ex iscritto allo Sna ed ex vice presidente di Anapa, non è delle più positive…
Questo è ciò che ha detto a tuttointermediari.it, ma lo stesso Lazzaro ha dedicato un paragrafo della sua recente relazione letta qualche settimana fa a Chia (foto sopra) da presidente uscente dell’Uaa proprio al Rapporto con i Sindacati.
Quale atteggiamento ha assunto il gruppo agenti durante la sua presidenza (da fine luglio 2015 a maggio 2017) nei confronti delle associazioni sindacali? «Di assoluta equidistanza. Un’equidistanza pervicace, seppur sin dal primo giorno siamo stati oggetto di sistematici attacchi da parte della dirigenza Sna, che, peraltro, si è tenuta ben lontana da un confronto sul merito delle questioni», ha scritto Lazzaro nel documento. «D’altro canto, per potersi misurare nel merito delle questioni e delle trattative compiute da altri ed in contesti aziendali specifici, è necessario conoscerne bene il contesto e soprattutto il significato della parola trattativa e bisogna averne affrontata e conclusa almeno una con esito positivo. Un’equidistanza piuttosto semplice da mettere in pratica, dal momento che, nel recente passato, gli unici argomenti su cui pare accendersi l’interesse delle associazioni di categoria riguardano le sorti drammatiche del Fondo pensione agenti, in relazione al quale, come agenti contribuenti, non possiamo che constatare il disastro numerico che si è abbattuto sulle pensioni dei colleghi in quiescenza, ma che, soprattutto, si abbatterà sulle pensioni di chi è ancor oggi in attività».
Al di là di quanto riportato nella sua relazione di Chia, tuttointermediari.it ha chiesto allo stesso ex presidente cosa pensa di Claudio Demozzi e di Vincenzo Cirasola, rispettivamente presidente di Sna e di Anapa Rete ImpresAgenzia. «Non mi permetto di giudicare le persone, non ne avrei titolo, osservo come tanti che il loro ego e la loro personalità rendono difficile se non a volte impossibile un confronto lineare che si fondi sui contenuti e non sulla polemica a dispetto di tutto», risponde. «Mi pare tuttavia che il loro consenso nelle rispettive associazioni sia alto ed è necessario rispettare, sempre, la volontà degli iscritti. Allo stesso tempo non vedo nell’immediato l’abbandono di una conflittualità che alla fine non giova a nessuno, ma alimenta soltanto posizioni già delineate».
In passato si era sparsa la voce di un rientro in Sna da parte dello stesso Lazzaro (nella foto sopra, uno dei suoi interventi quando era ancora iscritto allo Sna). Cosa c’era di vero? «Non so chi abbia messo in giro questa voce; quando ho assunto la presidenza dell’Unione Agenti Axa ho dichiarato che avrei lasciato immediatamente la carica sindacale in Anapa per dedicarmi a tempo pieno ai colleghi Axa e così è stato. Ogni altra affermazione è priva di fondamento e, adesso che non ricopro più alcuna carica in alcun consesso, si spegnerà da sola». Già, Anapa. Si dice che abbia lasciato l’associazione sbattendo la porta. «In Anapa ho tanti amici e uno in particolare che è Enrico Ulivieri e quindi non mi è facile esprimere punti di vista asettici. Io credo che il progetto originario di Anapa, basato su una forte interazione tra i gruppi agenti, sia ancora un modello valido così come lo è in altri paesi europei che, per cultura, sono a noi più vicini. Ma questa interazione, a parte alcune rare eccezioni, non mi pare che a oggi si sia realizzata come nelle intenzioni». (Nella foto a lato, Lazzaro, primo da sinistra, è con Cirasola, al centro, e Ulivieri, a destra)
Quale futuro per Sna e Anapa? «Ci sarebbe una grande opportunità per le associazioni di categoria per dare un segnale che, almeno su punti importanti per tutti gli agenti, si riesce a confrontarsi in modo pragmatico e logico: la direttiva Idd. Perdere anche questa occasione vorrebbe dire aumentare ancora di più la distanza che esiste tra le associazioni di categoria e la maggioranza degli agenti (che non è iscritta a nessuna delle due)».
Fabio Sgroi
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