martedì 14 Ottobre 2025

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L’ADDIO DI GRECO: ECCO COSA PENSANO I GRUPPI AGENTI DEL LEONE

C’è dispiacere per un manager a cui viene riconosciuto di aver svolto un lavoro positivo. L’appello che viene rivolto all’azienda è che la fase di stallo duri poco e che non ci siano ulteriori cambi nella dirigenza. E c’è chi rimarca il fatto che “i manager vanno e vengono, mentre gli agenti restano…”
 

L’addio di Mario Greco, group ceo di Generali, fa discutere. Non solo, ovviamente, all’esterno, ma anche all’interno del gruppo. tuttointermediari.it ha sondato l’umore dei gruppi agenti del Leone. Si aspettavano una decisione del genere da parte del numero uno di Generali? Sono preoccupati oppure no? Come vedono il futuro? In sostanza che cosa pensano in merito a questo cambio ai vertici del gruppo? Ecco i commenti di chi ha accettato di parlare e di dire la sua.

Davide Nicolao«La nostra associazione è sicuramente dispiaciuta per aver perduto un manager come Greco, che ha portato avanti una operazione epica nello scenario assicurativo europeo», esordisce Davide Nicolao (nella foto a sinistra), presidente di Anagina (Associazione nazionale agenti generali Ina Assitalia). «L’auspicio è che la fase di stallo che si potrebbe creare con l’avvento di un nuovo group ceo sia di durata più breve possibile. Generali Italia è un progetto che dall’interno ha bisogno di essere ancora ultimato in molteplici aspetti».

Cirasola Vincenzo evideVincenzo Cirasola (a destra), presidente del Gruppo agenti Generali cita un suo «ormai noto» slogan: «I manager vengono e vanno. Gli agenti rimangono». Poi risponde alla domanda posta da tuttointermediari.it. «Ho iniziato a lavorare in Generali a 19 anni, quando ero poco più di un ragazzo,  e sono ancora qua, dopo oltre 40 anni sempre in prima linea sul business industriale. Ho visto passare tanti top manager in questi anni e aspetto di conoscere il nome del nuovo group ceo, che auspico sia uno che crede e conosca bene il “valore” degli agenti di Generali, un unicum sul mercato mondiale. Sono convinto», prosegue Cirasola, «che siamo tutti “agenti per conto terzi”, compreso il ceo che agisce per conto del consiglio di amministrazione,  e se il nuovo dovesse arrivare dall’esterno, sono certo che farà presto a capire l’indispensabilità e insostituibilità degli agenti, che continuano a fare polizze per incrementare gli utili aziendali e per l’aumento dei dividendi con la gioia degli azionisti, e soprattutto grazie alla loro raccolta industriale permettono di pagare il suo compenso. Spesso mi domando: ma cosa farebbero i vari manager se non ci fossero gli agenti? Meno male che in Generali questo l’hanno capito da circa 200 anni, ma purtroppo non tutti ne sono convinti». E conclude: «Appena sarà nominato il nuovo ceo sarà accolto come tutti i predecessori, non solo dal gruppo agenti da me presieduto, ma anche dai rappresentanti degli agenti di Francia e Germania, con i quali a febbraio ci rivedremo a Parigi, per una riunione del Coordinamento Europeo degli Agenti Generali Europe, che insieme rappresentiamo circa il 70% del fatturato mondiale di Assicurazioni Generali».

Federico SerraoPer Federico Serrao (a sinistra), presidente del Gruppo agenti Augusta, «l’arrivo di Greco in Generali ha coinciso con l’inizio dell’integrazione dei marchi e dei prodotti sull’unica piattaforma di Generali Italia che, pur tra innumerevoli difficoltà e grandissimi sacrifici da parte delle agenzie, ha portato a un consolidamento positivo rispetto alla situazione preesistente, che pur ci vedeva far parte dello stesso gruppo assicurativo. Logico quindi un certo dispiacere nell’emotività del momento, per la perdita di un manager che unitamente a tutti gli altri ha reso possibile il realizzarsi di questa gigantesca operazione. Però siamo abituati ai manager che passano, mentre gli agenti restano, e quindi come abbiamo sempre fatto, andremo avanti nella stessa strada, forti delle nostre competenze, esperienze e volontà».

Antonio Canu 2Infine Antonio Canu (a destra), presidente del Gruppo agenti Lloyd Italico: «Di certo lascia Generali un grande manager assicurativo dal quale, nelle poche occasioni di incontro e confronto, sono stato fortemente impressionato. Sulle scelte della compagnia, circa la sua governance, non ho l’abitudine di fare commenti. Il pensiero e la preoccupazione mia e degli agenti che rappresento sono rivolti alla turbolenza che genererebbero, nelle relazioni con le reti agenziali di Generali Italia e con i loro rappresentanti, eventuali ulteriori cambiamenti a breve distanza da quelli recentemente intervenuti (e proprio ora che si è trovata la quadra per lavorare a progetti per lo sviluppo del business) dei dirigenti che si interfacciano e lavorano con le rappresentanze degli agenti. Spero vivamente che questo non avvenga e che ci sia continuità e stabilità nelle relazioni industriali, condizione necessaria seppur non sufficiente per la serenità degli agenti e per la produttività del loro lavoro».

Fabio Sgroi

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