È quanto è emerso da una indagine promossa dall’Ivass e condotta dall’Università di Milano Bicocca – Doxa. A influenzare il livello di conoscenza è soprattutto il livello di scolarizzazione.
Nei giorni scorsi, l’Ivass ha presentato i risultati di una indagine sull’alfabetizzazione assicurativa degli italiani (dal titolo Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani), promossa dallo stesso istituto di vigilanza e condotta dall’Università di Milano Bicocca – Doxa, che ha evidenziato che il grado di conoscenza assicurativa degli italiani è insufficiente.
L’iniziativa, finanziata con i fondi messi a disposizione dal Mise e in linea con le finalità del Comitato Edufin, si è proposta di colmare l’assenza (anche a livello internazionale) di un sistema di misurazione sia del livello di conoscenze e competenze assicurative della popolazione sia, in prospettiva, dei risultati della strategia volta a rafforzarle.
L’indagine è stata effettuata raccogliendo le risposte di 2.053 persone (le interviste sono avvenute in modalità face to face, nel rispetto del contesto pandemico) sulla base di 54 domande raggruppate in 5 aree: conoscenza assicurativa, fiducia verso compagnie e intermediari, avversione al rischio, logica assicurativa, efficacia della comunicazione. Per ogni sezione di domande sono stati attribuiti punteggi da 0 a 100 sulla base dei quali è stato elaborato un “Indice generale di assicurazione”.
Quest’ultimo è risultato essere di 54/100, evidenziando, dunque, che la conoscenza assicurativa degli italiani è insufficiente, sia quella di base (che è stata indagata chiedendo la definizione corretta di tre concetti tipici della cultura assicurativa: premio, franchigia, massimale), sia quella sui prodotti assicurativi. A influenzare il livello di conoscenza degli italiani è soprattutto il livello di scolarizzazione.
La conoscenza è migliore negli uomini rispetto alle donne; al nord ovest e al nord est il punteggio medio è più alto rispetto al sud e alle isole, mentre il centro si colloca in una posizione intermedia. Chi abita in città di medie dimensioni ha una maggior conoscenza rispetto a chi vive in grandi città o piccoli centri urbani.
Un eccesso di fiducia nelle proprie conoscenze emerge dalla differenza fra la percentuale di chi afferma di avere conoscenze assicurative e quella di chi risponde correttamente alle domande.
Poco più del 60% degli intervistati ha affermato di conoscere bene tutti e tre i concetti di premio, massimale e franchigia, ma la percentuale di chi risponde correttamente e congiuntamente alle domande su questi tre concetti è stata appena del 13,9%. Un quarto del campione di coloro che ritengono di conoscere cosa si intenda per premio pensa che con esso si possa indicare anche il capitale in caso di rimborso.
L’Ivass ha fatto notare che anche in tema di prodotti assicurativi è stata riscontrata una divaricazione fra l’affermazione di conoscerli e la reale conoscenza. L’eccesso di fiducia nelle proprie conoscenze varia a seconda delle polizze: va da più di dieci volte nella temporanea caso morte a quattro volte in quella infortuni, a tre volte di quelle di previdenza complementare e a due volte in media di quelle vita.
Il 68,7% delle persone ritiene di non aver bisogno dei consigli dell’assicuratore, né di doversi affidare a fonti informative esterne. Per l’Ivass, questo eccesso di fiducia nelle proprie capacità «può indurre l’assicurato a scelte tendenzialmente poco efficaci ed efficienti. Vi è in sostanza una errata percezione del proprio livello di alfabetizzazione assicurativa. Agire per migliorare la conoscenza diventa sfidante in considerazione della particolare natura del target, convinto di non averne bisogno».
Fabio Sgroi
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