venerdì 14 Novembre 2025

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“IUS VARIANDI”. LO SNA SCRIVE ALL’ANIA: «SIAMO DISPONIBILI A UN CONFRONTO CHIARIFICATORE»

Il Sindacato nazionale agenti «disapprova qualsiasi formulazione dei contratti di assicurazione che consenta alle imprese di svincolarsi dalle obbligazioni assunte o di modificare in peius le originarie clausole contrattuali».

 

La sede del Sindacato nazionale agenti a Milano

Il Sindacato nazionale agenti ha reso noto, attraverso un comunicato, di avere inviato una lettera ufficiale all’Ania con la quale, «ribadendo il proprio dissenso sulla diffusione delle clausole di ius variandi nelle polizze, “confida nell’apertura di un confronto chiarificatore, che abbia quale fulcro l’interesse dell’utenza e la tutela degli intermediari professionali di assicurazione».

Lo Sna, dopo avere ricordato l’invio di un esposto all’Ivass, ha affermato che «si tratta in alcuni casi di clausole che arrecano pregiudizi rilevanti all’utenza, inserite nelle polizze destinate a consumatori e imprese, con risvolti estremamente preoccupanti in alcuni rami come ad esempio quello malattia».

Le norme che regolano l’intermediazione assicurativa, ha ricordato ancora lo Sna, «richiedono agli agenti di agire sempre nel migliore interesse del consumatore, interpretandone le esigenze e proponendo soluzioni assicurative coerenti e capaci di soddisfarne gli interessi. Questo principio vincolante mal si concilia con l’inserimento nelle condizioni di polizza del diritto unilaterale delle imprese di assicurazione di modificare le condizioni di polizza quando ne ravvisino la necessità, talvolta ricorrendo a riforme massive di portafoglio, ovviamente in peius, che prevedono anche forme di incentivazione degli agenti».

Lo Sna, si legge nella lettera inviata all’Ania, «disapprova qualsiasi formulazione dei contratti di assicurazione che consenta alle imprese di svincolarsi dalle obbligazioni assunte o di modificare in peius le originarie clausole contrattuali».

Gli agenti assicurativi associati allo Sna, ha chiarito il sindacato di via Lanzone, «sono concordi nel ritenere questa prassi contraria agli interessi dell’utenza e pertanto si dissociano da ogni e qualsiasi responsabilità che possa essere a loro addebitata dai clienti, rilevando che i pregiudizi connessi alla predisposizione di clausole che consentano alle imprese di modificare in senso peggiorativo le condizioni contrattuali, sono da imputarsi unicamente alle compagnie di assicurazione».

Il sindacato ha comunque ribadito la propria disponibilità a un confronto con l’Ania al fine di «circoscrivere e delimitare il fenomeno della reformatio in peius, non solo nel corso della vigenza delle polizze, ma anche nell’approssimarsi della loro scadenza». (fs)

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