ITAS: «IL CANALE AGENZIALE E’ CENTRALE E RAPPRESENTA IL MOTORE DI SVILUPPO DELLA COMPAGNIA E IL PRESIDIO DI MUTUALITA’ SUL TERRITORIO»

18 Aprile 2019

La compagnia ha incontrato nei giorni scorsi la propria rete agenziale, presentando le linee guida da seguire per sviluppare i business danni e vita, e le strategie volte alla centralità del socio assicurato e ai progetti di innovazione tecnologica.

Itas incontra la rete

Qualche settimana fa si è svolta a Verona la convention 2019 organizzata da Itas e dedicata alla propria rete agenziale. La compagnia, in particolare, ha presentato le linee guida da seguire per sviluppare i business danni e vita, e le strategie volte alla centralità del socio assicurato e ai progetti di innovazione tecnologica, che dovranno costituire le infrastrutture «imprescindibili» per i servizi offerti alla rete e ai soci nei prossimi anni.

È stata rimarcata la centralità del canale agenziale quale «motore di sviluppo della compagnia e presidio di mutualità sul territorio».

L’edizione della convention di quest’anno ha previsto una tavola rotonda a cui hanno partecipato Fabrizio Lorenz, presidente di Itas, Raffaele Agrusti, amministratore delegato e direttore generale di Itas, Dario Focarelli, direttore generale dell’Ania e Giorgio Del Mare, sociologo.

 Il dibattito ha affrontato il tema della mutualità, focalizzandosi sul ruolo di Itas e dell’importanza che una compagnia mutualistica riveste nel panorama assicurativo nazionale.

Lorenz ha aperto il confronto ricordando «come il luogo d’origine della compagnia, il Trentino Alto-Adige terra di montagna, sia stata la culla ideale per la nascita della mutualità. È in territori come questo, infatti, che le diverse comunità hanno avuto da subito la necessità di fidarsi l’un l’altra condividendo i rischi di vivere in regioni tanto particolari. Si tratta tuttavia di un modello esportabile, che può nascere e svilupparsi efficacemente in tutte quelle zone che condividono la stessa attenzione per le comunità e le relazioni tra le persone».

Un sistema che «non ha alla base l’etica del profitto che ha messo recentemente in crisi il sistema finanziario», ha proseguito Agrusti. «Una mutua come Itas è per definizione dalla parte dell’assicurato e riesce a intercettare i suoi bisogni in modo più preciso e efficace, soprattutto per quanto riguarda i temi legati alla previdenza».

Raffaele Agrusti

Proprio per questo verranno lanciati dalla compagnia dei progetti specifici volti a «rendere concreti i “benefici di mutualità” che Itas attribuirà, da statuto, ai suoi soci assicurati».

Anche Focarelli ha testimoniato l’importanza delle mutue a livello mondiale. «Non a caso», ha affermato, «a fronte di una degenerazione del sistema finanziario si è assistito in tutto il mondo a una crescita costante dei sistemi mutualistici che hanno saputo colmare un vuoto importante. In questo senso, una mutua come Itas ha sicuramente dei punti forti rilevanti, come la fidelizzazione del socio assicurato e la forte capacità di saper resistere ai cicli finanziari garantendo quindi stabilità nel lungo periodo alle soluzioni assicurative che offre». In un periodo di scarsa fiducia nel futuro «scatenato anche dalle ripetute crisi economiche», ha sostenuto Del Mare, «ciascuno di noi è portato a ricercare quei valori di relazione e di impegno che sono alla base dell’azione di una mutua: la mutualità si configura quindi come un bene prezioso, condiviso e che va valorizzato al meglio salvaguardandone le specificità anche a livello nazionale».

Alberto Rossi, direttore commerciale di Itas, ha condotto i lavori della giornata che ha visto oltre 450 partecipanti.

In queste settimane si sono svolti altri incontri sul territorio, da Bolzano a Vicenza, da Milano a Roma, dedicati a più di 1.000 subagenti e collaboratori di agenzia, «per rendere la totalità della rete partecipe del piano industriale e ancora più permeabile e sensibile allo spirito mutualistico della compagnia».

Fabio Sgroi

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