Il Cda della mutua trentina «conferma la più totale fiducia nella magistratura» e all’unanimità manifesta «completa solidarietà al presidente».  

Itas «conferma la più totale fiducia nella magistratura cui ha offerto la più ampia collaborazione sin dall’apertura dell’indagine, fase in cui si è altresì immediatamente costituita come parte lesa». Dopo il terremoto che ha coinvolto la mutua trentina, con l’ormai ex direttore generale Ermanno Grassi finito al centro di una inchiesta per estorsione, truffa e calunnia, Itas è uscita con una nota ufficiale attraverso la quale ha reso noto gli sviluppi del consiglio di amministrazione della compagnia che si è tenuto lo scorso 12 aprile (quando era già al corrente dell’inchiesta).

Il board ha «all’unanimità manifestato completa solidarietà al presidente Giovanni Di Benedetto (nella foto), accettato con effetto immediato le dimissioni del direttore generale, attivando le procedure di legge e riservato ogni azione, sia in sede civile che penale a tutela della società in relazione ai danni patrimoniali e non patrimoniali derivanti».

Lo stesso presidente Di Benedetto, vittima secondo la Procura di estorsione proprio da parte di Grassi, ha così commentato la vicenda: «Se qualcuno mi ha “seguito” si sarà accorto che cammino con i piedi per terra schiena dritta e fronte alta. Conseguentemente ogni illazione su ogni mia presunta “ricattabilità” è destituita di fondamento. Voltiamo quindi la triste pagina di ieri (12 aprile, ndr), da rileggere nella sua portata oggettiva a conclusione dei lavori della magistratura. Riprendiamo con la stessa determinazione e impegno al servizio della comunità e dei nostri soci assicurati. Gli storici valori di mutualità, onestà e trasparenza vanno e saranno salvaguardati sempre a favore e nell’interesse della grande famiglia dell’Itas».

Fabio Sgroi

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