Per Salvatore Rossi, presidente dell’istituto di vigilanza, la mancata nascita dell’Organismo degli intermediari di assicurazione e riassicurazione ha ricadute sull’attività dell’autorità.
Che fine ha fatto lo schema di regolamento di delegificazione predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico, che prevedeva l’istituzione di un nuovo Organismo (Oria, Organismo degli intermediari di assicurazione e riassicurazione) cui trasferire le funzioni in materia di tenuta del Rui? Se lo è chiesto Salvatore Rossi (nella foto), presidente dell’Ivass, qualche giorno fa, nel corso del suo intervento all’assemblea annuale dell’Ania. «Non nascondo che l’impegno di vigilanza dell’Ivass nei confronti degli intermediari assicurativi assorbe risorse che preferiremmo impiegare in compiti socialmente più utili», ha sottolineato Rossi.
«Pensavamo che il problema fosse stato risolto dalla stessa legge istitutiva dell’Ivass, la quale prevedeva la nascita di un nuovo Organismo di vigilanza sugli intermediari assicurativi su cui l’Ivass avrebbe a sua volta esercitato la vigilanza, che in tal modo diventava indiretta. La soluzione era analoga a quella a suo tempo varata nel campo dei promotori finanziari con il relativo Albo vigilato dalla Consob e per gli agenti e mediatori creditizi con l’Oam, vigilato dalla Banca d’Italia. Ma il regolamento governativo che avrebbe dovuto attuare la previsione di legge non è mai stato emanato, sebbene sia trascorso ormai un anno dalla scadenza fissata», ha precisato il presidente dell’Ivass.
«A oggi non è possibile prevederne esiti e tempi. Mi sembra un caso di scuola di quei provvedimenti legislativi la cui attuazione regolamentare viene dilazionata alle calende greche, in un clima di incertezza e di ostruzionismo da parte di portatori di interessi privati, per di più malintesi. Le ricadute dell’inerzia sono pesanti. Lo sono per l’Ivass, dal punto di vista della pianificazione strategica e del migliore utilizzo delle proprie risorse, ma questo sarebbe il meno; lo sono soprattutto per gli operatori e per il pubblico, che potrebbero beneficiare di un sistema più snello ed efficace. È necessario che si faccia chiarezza, nel pubblico interesse, sul futuro di questa norma inattuata. Non va persa l’occasione di razionalizzare il sistema, non solo nella gestione del registro, ma anche nell’apparato sanzionatorio, e di responsabilizzare gli intermediari, nell’ambito di un Organismo che ne accrediti il ruolo di autogoverno, sotto la supervisione dell’Ivass».
Rossi ha lasciato intendere che qualcosa farà: «Non staremo ad aspettare passivamente le sorti del provvedimento. Intendiamo progettare e realizzare, nell’ambito delle nostre competenze e prerogative, un sistema di gestione del Registro più moderno, semplice e razionale».
Fabio Sgroi
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