giovedì 02 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

INVESTIRE DI PIU’ NELLA CRESCITA PROFESSIONALE. I LAVORI DEL CESIA PARLANO CHIARO: AGENTI E BROKER AVVERTONO QUESTO BISOGNO

Lorenzo Sapigni, rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe e uno dei promotori del Centro studi di intermediazione assicurativa (Cesia): «L’intermediario può trovare nella consulenza intesa come “consiglio professionale” un fattore vincente che, per essere sfruttato, richiede però maggiore preparazione, conoscenza dei rischi potenziali, capacità di padroneggiare le soluzioni preventive».  

Lorenzo Sapigni durante la presentazione del Report 2018 del Cesia di qualche settimana fa a Roma

Il profilo di rischio nell’attività degli intermediari assicurativi? Sta evolvendo verso una maggiore complessità. Ne è convinto Lorenzo Sapigni, rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe, compagnia specializzata nella Rc professionale degli intermediari, e lo ha ribadito anche in occasione della presentazione, qualche settimana fa, del report 2018 dell’attività del Cesia, il Centro studi intermediazione assicurativa nato da una iniziativa proprio della compagnia francese.

«È vero che i princìpi stabiliti dalla direttiva sulla distribuzione dei prodotti assicurativi (Idd) non hanno modificato sostanzialmente il quadro in cui operano gli intermediari professionali italiani perché quanto disposto dalla direttiva è già contenuto nelle norme nazionali che disciplinano l’attività assicurativa», ha sostenuto Sapigni, «è, però, un fatto rilevante che la Idd abbia formalizzato una tendenza emersa negli anni recenti: la centralità, nella distribuzione assicurativa, della tutela di chi compra e la conseguente maggiore responsabilità in capo agli intermediari».

L’anticipazione della tutela dei clienti già alla fase di ideazione del prodotto è una delle direttrici che caratterizzano la nuova normativa sulla distribuzione. «L’aumento delle regole e delle conseguenti procedure aziendali», sottolinea Sapigni, «incrementa le fonti di rischio che imprese e intermediari devono identificare, monitorare e gestire. L’attuazione della direttiva europea segna pertanto, inevitabilmente, l’inizio di una nuova fase nel modo di fare business delle compagnie e nell’attività degli intermediari, il cui profilo di rischio sta evolvendo verso una maggiore complessità».

Un momento della presentazione del Report 2018 del Cesia

Con l’avvento della Idd, in molti sostengono che l’intermediario tradizionale può distinguersi positivamente tra i diversi canali di distribuzione e dunque la nuova normativa può rappresentare una opportunità. È di questo avviso anche Sapigni. «L’intermediario può trovare nella consulenza intesa come “consiglio professionale” un fattore vincente che, per essere sfruttato, richiede però maggiore preparazione, conoscenza dei rischi potenziali, capacità di padroneggiare le soluzioni preventive. Ciò che implica la necessità di investire di più nella crescita professionale».

Del resto, l’incremento della partecipazione ai lavori del Cesia nel corso del 2018 ha dimostrato questo bisogno avvertito da agenti e broker. I laboratori degli intermediari che si sono tenuti l’anno scorso hanno evidenziato «una crescente consapevolezza dell’evoluzione in corso e, soprattutto, prodotto un proficuo confronto sugli interventi necessari per sviluppare nella comunità professionale la cultura assicurativa», ha osservato Sapigni. «Era questo, d’altra parte, l’obiettivo di Cgpa Europe quando, alla fine del 2015 ha promosso l’istituzione del Cesia, il primo Centro studi italiano dedicato ai rischi professionali connessi all’esercizio dell’intermediazione assicurativa. Al termine del terzo anno di attività, si può dire che il Cesia abbia rispettato questa missione: contribuire, attraverso la prevenzione, all’evoluzione dell’attività d’intermediazione assicurativa, soprattutto in termini di qualità della distribuzione».

Fabio Sgroi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA