mercoledì 15 Ottobre 2025

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INTERSCAMBIO DATI TRA COMPAGNIE E INTERMEDIARI (AGENTI E BROKER): ECCO PERCHE’ NASCE LO “SHARE STANDARD FORMAT”

Per l’associazione Share l’introduzione di uno standard unico per definire dati da trasmettere tramite la comunicazione tra piattaforme informatiche «è una esigenza improcrastinabile».

TecnologiaL’obiettivo è chiaro: migliorare l’interscambio di dati tra compagnie e intermediari (agenti e broker). La presentazione del tracciato Ssf (Share Standard Format) di qualche settimana fa, a Milano, nell’ambito del tavolo tecnico permanente lanciato da Share (associazione che rappresenta alcune fra le principali società produttrici di software), ha destato molta curiosità. Non si spiegherebbe altrimenti la presenza numerosa di rappresentanti di compagnie, dell’Ania, delle associazioni di categoria degli intermediari, di associazioni libere e anche di società di software non aderenti all’associazione.

Ma perché è nato questo standard unico, che peraltro già alcune compagnie (come UnipolSai) e intermediari (agenzie e società di brokeraggio) stanno utilizzando? Share parte da un presupposto: in un contesto che sta puntando decisamente alla digitalizzazione globale, l’introduzione di uno standard per definire dati da trasmettere tramite la comunicazione tra piattaforme informatiche «è sicuramente una esigenza improcrastinabile». La definizione di uno standard permette sia alle società di software house, sia alle compagnie di «concentrarsi sugli aspetti più interessanti dell’interscambio dati, cioè la sua evoluzione». E Share ha proprio classificato il livello evolutivo dello scambio dati nel mercato assicurativo. In diversi livelli:

Livello base. La compagnia scarica i dati con frequenza stabilita e secondo un proprio tracciato. In questo caso ciascuna software house è costretta a sviluppare un importatore ad hoc rendendo quasi impossibile la comunicazione tra piattaforme eterogenee (normalmente il dato non arriva in tempo per la chiusura di giornata);

Livello 1: la compagnia adotta il tracciato standard permettendo una comunicazione tra tutte le piattaforme che hanno adottato lo standard nei formati di importazione dati (i dati sono scaricati a cadenze prefissate);

Livello 2: la compagnia adotta il tracciato standard e permette all’intermediario di scaricare i dati on demand in tempo utile alla chiusura della giornata;

Livello 3: la compagnia mediante un sistema di gestione messaggi, in formato universale, scarica contestualmente i dati alimentando il back office dell’intermediario mantenendolo costantemente aggiornato;

ShareLivello 4: è un sistema moderno di cooperazione tra piattaforme in cui la compagnia mette a disposizione le informazioni in tracciato universale e comunica tramite servizi web che permettono alle due piattaforme una collaborazione interconnessa basata sugli standard operativi definiti appunto dal sistema di cooperazione. Per raggiungere quest’ultimo livello di efficienza lo Share Standard Format deve essere utilizzato al massimo delle proprie potenzialità.

Per Share la «definizione di uno standard come Share Standard Format (che nasce in ottemperanza a quanto stabilito dall’articolo della legge 221/20102, Misure a favore della concorrenza e della tutela del consumatore nel mercato assicurativo, ndr), la sua diffusione, la sua evoluzione, può condurre a una svolta, al passaggio da un modello meno efficiente a uno più efficiente, al superamento di una barriera». Lo Share Standard Format è nato dall’esperienza di uno dei soci fondatori di Share (Sia), che ha introdotto nel 2008 un tracciato universale pensato per l’invio dei dati assicurativi di una compagnia verso i propri intermediari. Oggi sono molte le compagnie che utilizzano questo tracciato ed è per questa ragione che è stato adottato da Share.

Fabio Sgroi

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