Il gruppo agenti presieduto da Alessandro Lazzaro ha organizzato un evento che ha avuto l’obiettivo di aprire un confronto sul ruolo e non solo delle donne agenti nel settore.
Una occasione di confronto tra le agenti assicurative dell’Unione Agenti Axa (Uaa) per discutere di azioni “concrete” per affermare “l’importante” ruolo delle donne nelle proprie agenzie, per conoscersi e condividere esperienze e percorsi. Era questo l’obiettivo dell’evento (dal titolo Uaa for women) organizzato venerdì scorso dalla rappresentanza agenziale presieduta da Alessandro Lazzaro presso il Bluenote di Milano (nella foto sopra). E l’obiettivo è stato centrato.
La presentazione di una indagine sui numeri attuali dell’intermediazione assicurativa femminile in Italia, uno sguardo sull’impegno delle compagnie per la parità di genere, un focus sulle donne in Axa, una tavola rotonda tra addette ai lavori che ha portato alla ribalta vari punti di osservazione sull’importanza delle donne, una riflessione giuslavorista sul sostegno alle professioniste dell’assicurazione e tanto altro: un programma corposo ma allo stesso tempo semplice, chiuso con spunti e idee su cui lavorare in futuro.

«Abbiamo deciso di organizzare una giornata come questa (l’evento era aperto a tutte le associate Uaa e alle ragazze che hanno partecipato al progetto Uaa Next Generation, ndr) non per prendere atto che esiste una disparità uomo – donna», ha affermato Lazzaro, «lo sappiamo e andiamo avanti rispetto a questo, ma per immaginare di trovare delle soluzioni per far sì che oggi le agenti donne lavorino meglio, riuscendo a superare le difficoltà. L’auspicio, in sostanza, è quello di poter costruire un qualcosa che, come Axa, ci contraddistingua nel mercato sotto questo aspetto».
In merito al fatto che il 90% degli iscritti alla sezione A del Rui è costituito da uomini, Lazzaro ha sottolineato quanto sia «indispensabile riequilibrare questi numeri. Penso che sia fondamentale far sì che si possa aprire questa professione anche a chi non l’ha ereditata o a chi non ha storie familiari. La strada da fare è tantissima, ecco perché giornate come quelle che abbiamo organizzato a Milano sono importanti…».

I NUMERI DELLA INTERMEDIAZIONE FEMMINILE – Per spiegare come è nato l’evento Uaa for women, Chiara Censoni, agente Axa a Cervia (Ravenna) e attuale componente della giunta Uaa, è partita da lontano. «Nel nostro settore da tempo si discute, e tanto, del tema “inclusione” e, facendo una disamina, ci siamo resi conto che allo stesso tempo non si parla mai di intermediarie assicurative. Così, insieme con un gruppo di colleghe agenti Axa abbiamo pensato di fare un approfondimento, una ricerca libera su come si comporta il mercato di fronte al tema, appunto, delle intermediarie di assicurazione. E devo dire che, visti i risultati, non siamo rimaste particolarmente sorprese…».
Già, i risultati. Li hanno presentati, nel corso dell’evento di Milano, Chiara Brassotti Ziello (agente a Caserta e delegata Uaa per la Campania) e Benedetta Artusa (agente a Lecco).
La prima ha rimarcato come sia stata Generali la prima compagnia assicurativa, a novembre 2023, a ottenere la certificazione della parità di genere, seguita a marzo di quest’anno da Allianz Italia. Ma Brassotti ha voluto puntualizzare come tra le motivazioni che hanno spinto in generale le aziende a lavorare per ottenere questo tipo di certificazione abbia contribuito la legge Gribaudo (novembre 2021).
La normativa, infatti, prevede che alle aziende private in possesso della certificazione della parità di genere venga concesso un esonero dal versamento di una percentuale dei complessivi contributi a carico del datore di lavoro. «Alla luce di ciò», ha osservato Brassotti, «ci siamo poste una domanda: non è che questo vantaggio fiscale abbia agito come stimolo per le aziende?». In altre parole: serviva proprio una normativa per andare nella direzione di una maggiore inclusione?
Il gruppo di lavoro Axa ha indagato anche sulle iniziative di Ania. «Abbiamo trovato poco», ha ammesso Brassotti. «Quello della parità di genere è un tema che non viene quasi mai discusso nonostante l’associazione abbia una presidente donna (Maria Bianca Farina, ndr). L’Ivass invece ha sottolineato come ci sia una vasta schiera di donne interessate alla protezione, il che ci spinge a fare un’altra riflessione: non sarebbe utile aumentare le consulenti donne per le donne?».
Sempre sbirciando in casa degli altri, è stato sottolineato come l’unica compagnia che ha dimostrato un concreto interesse per la questione dell’intermediazione femminile sia Assimoco, come riportano gli obiettivi fissati nel 2024. La compagnia, in particolare, ha lanciato l’iniziativa di formare gli intermediari su tematiche di parità di genere e ha lanciato il movimento Donne & Assimoco per supportare gli agenti donne.
I NUMERI DI AXA – Dei numeri di Axa Italia ha parlato Artusa. «La nostra compagnia ha dimostrato il suo impegno per la parità di genere sostenendo la ricerca attraverso l’Axa Research Lab on Gender Equality, nato dalla collaborazione appunto tra Axa Italia e l’Università Bocconi». Il Lab, nato nel 2020, si pone l’obiettivo di studiare le radici dei divari legati al genere e come colmarli per contribuire a realizzare una società più inclusiva e resiliente. «Questo è un esempio di come il settore possa fare la differenza», ha fatto notare Artusa, sottolineando l’impegno della compagnia attraverso le parole della ceo Chiara Soldano.

Come è la situazione a livello numerico per quanto riguarda le agenzie Axa? «Il dato è veramente importante. Circa l’81% del personale di agenzia, se consideriamo i dipendenti degli intermediari dell’intera rete di agenzie italiane (secondo i numeri presentati: 9.042 agenzie sul territorio nazionale; 32.310 dipendenti totali; 26.237 donne, ndr) è donna. Questa percentuale, però, non trova conferma se andiamo a vedere i dati relativi alle agenti donne in Axa. Su un totale di 1.092 delegati, 868 sono uomini (79,5%) e solo 224 sono donne (20,5%). Su 685 agenzie Uaa, solo 78 di queste sono gestite da un delegato donna (11,4%). Altro dato su cui riflettere: il 40% – 50% di queste donne ha un legame di parentela con agenti uomini, quindi figlie, mogli e/o sorelle».
Questo vuol dire, ha aggiunto Censoni, «che l’accesso alla nostra professione è chiaramente facilitato se in casa c’è già qualcuno che questo mestiere lo fa. Quindi il primo passaggio che dovremmo immaginare è andare oltre questa condizione». L’attenzione che Axa riserva alle donne, ha osservato Artusa, «ci permette di fare passi in avanti concreti. Questo è il momento di agire per migliorare le rappresentanze femminili».
Fabio Sgroi
© RIPRODUZIONE RISERVATA