domenica 19 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

INTERMEDIARI E LA VIOLAZIONE DI REGOLE DI CONDOTTA: SEMPRE PIU’ CLIENTI SI RIVOLGONO ALLA MAGISTRATURA ORDINARIA. ECCO QUALI RISCHI SI CORRONO

«Le norme settoriali vengono travasate all’interno degli ambiti privatistici dando origine a possibili azioni di Rc e conseguentemente ci troviamo di fronte a un meccanismo processuale di prova e di scansioni temporali che sono molto diversi da quelli che si possono avere davanti a una autorità di controllo di settore», afferma Sara Landini, docente di diritto privato e di diritto delle assicurazioni presso l’Università di Firenze. E indica una possibile soluzione…

 

Sara Landini

Anche nell’ambito assicurativo, così come ormai avviene da tantissimo tempo nel finanziario, i clienti hanno cominciato a rivolgersi alla magistratura ordinaria per contestare eventuali violazioni di regole di condotta da parte degli intermediari. A sottolineare questo fenomeno è Sara Landini, docente di diritto privato e di diritto delle assicurazioni presso l’Università di Firenze che, intervenuta a un recente evento organizzato dal Cesia (il Centro studi intermediazione assicurativa) ha sottolineato come gli intermediari abbiano cominciato a pensare a come difendersi davanti alla magistratura ordinaria.

«Il fatto è che le norme settoriali, quelle relative cioè alle regole di condotta, sia all’interno del codice delle assicurazioni, sia all’interno della regolazione secondaria, vengono poi travasate all’interno degli ambiti privatistici dando origine a possibili azioni di responsabilità civile», ha affermato Landini. «Conseguentemente ci troviamo di fronte a un meccanismo processuale di prova e di scansioni temporali che sono molto diversi da quelli che si possono avere davanti a una autorità di controllo di settore».

Per Landini la maggiore insidia che è penetrata nell’ambito finanziario e che adesso arriverà anche in ambito assicurativo riguarda «la varietà dei giudicati. Fino a dove il giudice ordinario si può spingere nell’interpretare una norma?», si chiede. «Una sentenza della Cassazione a sezione unite ha messo un freno, evidenziando il fatto che i giudici quando interpretano devono farlo con una motivazione che sia ben guidata razionalmente e che non sia eccessivamente discrezionale. Per la verità la Cassazione non ci dice assolutamente niente di nuovo ed è certo che il giudice non può arrivare a soluzioni irrazionali. La sua interpretazione, però, può spingersi dove vuole. Soprattutto per quanto riguarda il profilo dei danni, che rappresenta l’aspetto forse più interessante della Rc, la prova del nesso di causalità, della colpevolezza del soggetto agente».

Quale potrebbe essere, allora, una soluzione? «Io vedo con molto favore la costituzione, all’interno dell’autorità di controllo, di organismi di risoluzione delle controversie alternativi alla giustizia ordinaria», dice Landini. «Sono organismi autorevoli anche per il fatto che sono composti da soggetti con un alto livello tecnico, che si parlano tra loro e si scambiano procedure abituali e hanno un repertorio delle decisioni. Tutto questo va a costruire delle prassi e orientare il mercato».

Fabio Sgroi

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