È quanto emerge dal report “L’Italia delle Imprese 2019” a cura di Euler Hermes, compagnia del gruppo Allianz specializzata a livello mondiale nell’assicurazione crediti.
Italia a crescita zero nel 2019: a rischio la liquidità tra le imprese con un aumento degli insoluti. È quanto emerge dal report L’Italia delle Imprese 2019 a cura di Euler Hermes, compagnia del gruppo Allianz specializzata a livello mondiale nell’assicurazione crediti. L’analisi riguarda i comportamenti di pagamento e lo stato di salute finanziario di oltre 450.000 aziende e 900.000 bilanci dell’ultimo triennio.
«Dopo quasi cinque anni di crescita sostenuta, il Pil Italia è andato in recessione a fine 2018 e nel 2019 l’Italia è attesa a un “atterraggio” vicino allo zero (+ 0,2%), con una ulteriore crescita dello 0,4% per il 2020», ha osservato Ludovic Subran, chief economist di Euler Hermes. «Il rallentamento dello slancio economico globale continuerà a frenare la crescita all’estero del Made in Italy mentre l’elevata incertezza della politica interna sarà causa di un freno ai consumi privati e agli investimenti. La debolezza della domanda e una liquidità in calo peseranno sulle imprese italiane, ma i solidi fondamentali finanziari fungeranno da fattore chiave di resilienza».
Tra i principali indicatori analizzati nel report, i trend dei mancati pagamenti segnano una crescita «evidente» sia nell’indicatore della frequenza (numero insoluti), sia in quello della severità (ammontare medio dell’insoluto), rispettivamente del 36% e del 38% sul mercato interno. Stesso trend anche sul mercato export, dove la frequenza cresce del 30% e la severità del 35%. Il costo di un mancato pagamento per un’impresa che opera sul mercato domestico è in media di 14.100 euro, mentre sul mercato estero è del 50% superiore, toccando quota 21.000 euro. Nel 2019 è atteso un incremento del 2% delle insolvenze aziendali dopo quattro anni di decrescita.

L’Italia che emerge nel 2018, osserva Euler Hermes, conferma la presenza di forti divari territoriali. Nel centro-sud si concentra l’85% dei mancati pagamenti registrati nell’anno, con alcune regioni che «hanno particolarmente sofferto», come le Marche e la Sicilia, quest’ultima «fortemente» colpita nella distribuzione alimentare. Anche la Campania è risultata «ancora in difficoltà», sia nel settore delle commodities, sia in quello delle costruzioni meccaniche, mentre il commercio al dettaglio rimane «particolarmente condizionato dal calo dei consumi», come in tutto il Paese. Al nord, la Lombardia deve far fronte alla crisi della distribuzione elettronica e delle costruzioni, mentre la Liguria presenta «severità ai massimi» dopo i tragici accadimenti che hanno condizionato i traffici logistici. In miglioramento il Triveneto, «soprattutto grazie alle eccellenze alimentari», mentre il Piemonte ancora «mantiene un basso valore di insoluti», rispetto alla dimensione e alla varietà delle economie della regione.
«Analizzando i principali ratios finanziari», ha affermato Massimo Reale, direttore commerciale di Euler Hermes Italia, «emerge che, con rare eccezioni, la profittabilità lorda si mantiene elevata nel triennio (Ebitda si attesta all’8,8% per la media settori analizzati) e cresce in particolare su alcuni comparti, sia legati agli investimenti tecnologici (meccanica, It, chimico-farmaceutico) che a quelli della manifattura tradizionale (tessile, carta e mobili), grazie al miglioramento di prodotto e a un focus sul brand e sui servizi alla vendita. L’indebitamento delle aziende rimane un fattore delicato, ma non subisce peggioramenti, a testimonianza del reinvestimento di utili in azienda e soprattutto di una buona generazione di cassa, con punte di eccellenza nell’agroalimentare e nel chimico farmaceutico». (fs)
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