Il nuovo report “Safety of Maritime Assets – Tugged By A Pandemic” di Allianz Global Corporate and Specialty (Agcs) cerca di fare il punto.
Nuovi tipi di rischio investono l’industria marittima. Il nuovo report Safety of Maritime Assets – Tugged By A Pandemic di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) fa riferimento in particolare alle restrizioni sulle supply chain e sui viaggi internazionali dovute al Covid-19.
Secondo la pubblicazione, «se il disarmo delle navi non viene gestito in modo adeguato, in mancanza di regolare manutenzione, i problemi possono concretizzarsi quando la nave è pronta a ripartire. La turnazione dell’equipaggio è diventata più impegnativa a causa delle restrizioni di viaggio, il che significa che i lavoratori marittimi sono più stanchi e la stanchezza è una delle principali cause di errore umano a bordo. I ritardi nella manutenzione e nelle ispezioni delle navi e loro attrezzature di emergenza possono impedire la rilevazione dei problemi, mentre l’interruzione della supply chain può allungare i tempi di consegna di oli lubrificanti e materiali di consumo, con possibili danni ai macchinari qualora vengano utilizzate alternative non corrette». Allo stesso tempo, «anche il maggiore uso del comando da remoto, per proteggere i lavoratori marittimi dal rischio di infezione, può avere un impatto sulla sicurezza della navigazione».
Per Rahul Khanna, global head of marine risk consulting di Agcs, «un lay-up non programmato può comportare un lungo esercizio di rimessa in servizio che può durare mesi, richiedendo persino l’attracco in banchina per servizio. La messa in atto di piani completi che includono valutazioni del rischio per coprire stoccaggio e disarmo è essenziale per garantire la sicurezza della nave durante il fermo macchina e il successivo ritorno in servizio».
E siccome si segnala un numero «considerevole» di grandi navi da crociera temporaneamente in disarmo intorno alla costa orientale degli Stati Uniti, ecco che l’inizio della stagione degli uragani nell’Atlantico settentrionale «è una potenziale fonte di rischio qualora queste navi non vengano spostate rapidamente. Le aree di intervento del piano dovrebbero comprendere anche la manutenzione dei macchinari principali e delle attrezzature nautiche, le disposizioni antincendio e la disponibilità di rimorchiatori in caso di emergenza».
Inoltre, le limitazioni di viaggio dovute alla pandemia di coronavirus hanno reso difficile il ricambio dell’equipaggio sulle navi. A seguito della chiusura delle frontiere, le possibilità di rimpatrio sono limitate e in molti casi gli equipaggi hanno continuato a lavorare a bordo più a lungo del solito. Si stima che tra il 75% e il 96% degli incidenti marittimi possano essere provocati da errori umani, e la stanchezza è una delle principali cause.
Il report ha messo in evidenza anche i rischi derivanti dai ritardi nella manutenzione delle attrezzature di emergenza, che richiedono inevitabilmente la messa in atto di ulteriori misure di controllo. (fs)
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