lunedì 13 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

«IL SETTORE ASSICURATIVO ASSET CENTRALE DEL SISTEMA ITALIA»

Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania: «Le imprese assicuratrici detengono investimenti per quasi 700 miliardi, il 42% del Pil, un ammontare che fa dell’assicurazione il principale investitore istituzionale italiano».

 

Maria Bianca FarinaIeri, durante il suo intervento all’assemblea annuale dell’Ania, il presidente Maria Bianca Farina (nella foto) non ha perso occasione per sottolineare il ruolo importante ricoperto dall’industria assicurativa in Italia.

Farina ha snocciolato qualche numero, tanto per rendere l’idea. «Alla metà degli anni Ottanta, i premi raccolti erano pari al 2,5% del Pil, mentre nel 2015 hanno raggiunto il 9%. Nel periodo considerato, dunque, l’assicurazione si è sviluppata tre volte di più dell’economia italiana», ha puntualizzato il presidente dell’Ania.

Soprattutto nel comparto vita la crescita è stata molto sostenuta negli anni recenti, in quanto i risparmiatori hanno affidato alle imprese assicuratrici una quota crescente del loro risparmio finanziario. «Nel 2015 quasi il 14% degli attivi finanziari delle famiglie italiane risulta investito in polizze vita, il doppio rispetto al 2000. Un simile risultato è stato possibile grazie ad alcune caratteristiche particolarmente apprezzate dai risparmiatori: la sicurezza, la capacità di garantire rendimenti soddisfacenti, la contenuta volatilità dei risultati. Nel quinquennio 2011-2015, ad esempio, il rendimento lordo medio annuo delle gestioni separate – che rappresentano la parte preponderante del mercato – è stato pari al 3,8%, contro il 2,9% dei titoli di Stato, il 2,4% della rivalutazione del Tfr e lo 0,8% dell’inflazione. Inoltre, la volatilità dei rendimenti del ramo I è risultata considerevolmente inferiore rispetto a quella delle altre forme di investimento. Nel 2015 le prestazioni lorde agli assicurati e agli altri aventi diritto sono ammontate a 147 miliardi di euro, il 9% del Pil, con una crescita di oltre 3 punti percentuali rispetto all’anno 2000».

Queste cifre, ha continuato ancora Farina, danno un’idea del flusso di risorse che l’assicurazione trasferisce a famiglie e imprese per consentire loro di superare le conseguenze finanziarie di un sinistro o come frutto dell’accantonamento di risparmio.

«Le imprese assicuratrici detengono investimenti per quasi 700 miliardi, il 42% del Pil, un ammontare che fa dell’assicurazione il principale investitore istituzionale italiano», ha detto. «Lo scorso anno, tra gli investimenti rientravano obbligazioni e altri titoli a reddito fisso per 438 miliardi, di cui oltre 280 miliardi in titoli di Stato italiani. Si tratta di una composizione prudente del portafoglio investimenti, che ha consentito di far fronte alle forti turbolenze dei mercati del recente passato e all’attuale scenario di bassi tassi di interesse, salvaguardando la stabilità delle imprese e i diritti degli assicurati».

Per Farina, «di fronte alla dimensione che ha assunto, alla sua crescita nel tempo, al ruolo economico e sociale che svolge, risulta evidente che il settore assicurativo rappresenta un asset centrale del sistema Italia. Lo è diventato grazie ad alcuni principi fondamentali, tipici dell’attività assicurativa: la fiducia, l’orizzonte temporale di lungo periodo, la stabilità, la mutualità. Sono principi che possono e devono essere messi a frutto anche per affrontare le numerose sfide dell’immediato futuro».

Fabio Sgroi

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