L’iniziativa (avviata con le agenzie Cattolica e Tua) consiste nella consegna al consumatore che entra in contatto con un intermediario assicurativo di uno strumento (QR code) di certificazione dei dati dell’intermediario stesso presenti nel Rui gestito dall’Ivass. Questo consentirà al consumatore di verificare l’effettiva iscrizione al Registro riducendo i rischi di frode.

Il progetto presentato da X Consulting (azienda attiva nei servizi di consulenza), nell’ambito della sandbox regolamentare (l’iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in collaborazione con Ivass, Banca d’Italia e Consob, che ha lo scopo di sviluppare la digitalizzazione del Paese) va avanti.
Il progetto, lo ricordiamo, consiste nella consegna al consumatore che entra in contatto con un intermediario assicurativo di uno strumento (QR code) di certificazione dei dati dell’intermediario stesso presenti nel Registro unico degli intermediari (Rui) gestito dall’Ivass che consentirà al consumatore di verificare l’effettiva iscrizione al Rui riducendo i rischi di frode nel settore assicurativo.
La sperimentazione, avviata con alcune agenzie delle reti di Cattolica e di Tua Assicurazioni, è stata ampliata e dallo scorso 27 luglio anche Zurich e Hdi partecipano al progetto con alcuni agenti pilota.
«Il progetto, autorizzato dall’Ivass l’anno scorso e prorogato recentemente per un ulteriore semestre, si pone la finalità di sensibilizzare i consumatori sull’importanza di verificare l’identità degli intermediari assicurativi mediante l’accesso al registro del Rui», ha ricordato Alberto Bonomo, amministratore di X Consulting. «Non a caso al progetto hanno collaborato anche Konsumer (associazione di consumatori) e l’Oic (Osservatorio dei Consumatori). In particolare, il progetto prevede anche l’invio ai clienti che hanno partecipato alla sperimentazione di una questionario di gradimento. Gli esiti delle risposte pervenute finora accendono a mio giudizio un faro importante sulla necessaria informazione e sensibilizzazione del mercato circa gli strumenti di tutela che sono già esistenti, ma poco conosciuti. Se si osservano alcuni degli aerogrammi della survey, risulta che due terzi circa di quelli che hanno risposto non conoscevano l’esistenza del Rui; l’80% circa non ha mai fatto una ricerca sul Rui prima di stipulare la polizza; il 40% ancora non sa che falsi intermediari propongono polizze assicurative. Infine la quasi totalità (98%) ritiene utile poter ricevere una conferma che l’intermediario è un soggetto autorizzato. Il progetto sandbox che abbiamo realizzato e proposto risponde proprio a questa esigenza di tutela e a fare “cultura assicurativa”».
Fabio Sgroi
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