Il congresso ordinario, che si è svolto la settimana scorsa a Trieste, ha confermato per intero la giunta uscente. Antonio Canu, dunque, resta presidente.
Il congresso ordinario (il 25esimo) del Gruppo aziendale agenti Lloyd Italico, che si è tenuto dal 17 al 20 settembre scorso a Trieste, resterà nella storia: per la prima volta in quasi 50 anni di vita, l’intera giunta uscente è stata confermata all’unanimità e per acclamazione. Restano al comando, quindi, il presidente Antonio Canu (agente a Sassari), il presidente vicario Sergio Centra (Latina), il vice presidente Antonio Fanizza (Monopoli), il segretario Fabrizio Milazzo (Palermo) e gli altri membri Marco Cesaroni (Perugia), Raffaele De Marco (Caserta) e Roberto Massabò (Imperia).
Secondo quanto si legge nella mozione, l’assemblea ha invitato la giunta a «proseguire il dialogo e il confronto con la compagnia coerentemente agli accordi sottoscritti e con quanto fino a oggi praticato, con l’obiettivo di individuare e condividere un modello distributivo e di business diverso dall’attuale e in grado di garantire lo sviluppo e la crescita delle agenzie Lloyd Italico nel nuovo contesto di Generali Italia Spa». Qualora ciò non dovesse avvenire, l’assemblea ha impegnato la giunta a «cercare e a cogliere ogni possibile opportunità offerta dal mercato per valorizzare tutte le agenzie Lloyd Italico, per le quali da sempre più parti hanno espresso concrete attenzioni e apprezzamento». Un messaggio chiaro, dunque, senza giri di parole. La preoccupazione principale della rappresentanza agenziale riguarda la possibile discontinuità rispetto al passato. Il recente riassetto organizzativo del top management di Generali Italia, peraltro annunciato pochi giorni prima del congresso di Trieste, ha spiazzato il gruppo agenti presieduto da Canu.
In particolare, si legge ancora nella mozione, il gruppo ha preso atto «con preoccupazione e senza entrare nel merito,del segnale di discontinuità rappresentato dal doppio avvicendamento ai vertici tecnici e commerciali dei responsabili che hanno rappresentato gli interlocutori della componente agenziale in questa prima fase del delicato processo di fusione delle reti e dei marchi.Periodo caratterizzato da un clima di dialogo costruttivo che ha portato al perfezionamento di accordi in assenza dei quali non si sarebbe potuta superare l’iniziale contrapposizione», ha sottolineato «le enormi difficoltà generate dal processo di integrazione in Generali Italia», evidenziando «che la forte differenza di composizione delle strutture agenziali, del mix e dell’ammontare dei portafogli, della stratificazione della clientela delle agenzie del brand Lloyd Italico,non trovano nei modelli “Generali” attuali una composizione cui potersi adeguare armonicamente».
Inoltre, l’assemblea ha manifestato «la fondata convinzione che la mancata individuazione di un modello di riferimento sostenibile comporti,come sta comportando, una forte sofferenza operativa, la mancata tenuta dei portafogli, la compromissione dell’attuale redditività per parte agenziale e per parte aziendale». In definitiva, il gruppo agenti Lloyd ha richiesto «in coerenza con l’accordo “Puntuazione” firmato dal Gaag Lloyd Italico e dalla compagnia il 21 febbraio 2014, di predisporre un piano armonico di sviluppo, mediante l’individuazione di un modello agenziale che valorizzi e tuteli la Rete Lloyd Italico caratterizzata da una differente organizzazione interna, restituendole una agile operatività».
Al congresso di Trieste hanno preso parte, tra gli altri, Philippe Donnet, amministratore delegato di Generali Italia, Stefano Gentili, neo chief marketing & distribution officer, e Bruno Scaroni, che si è occupato dell’integrazione delle reti agenziali di Generali (da qualche giorno nuovo amministratore delegato di Europ Assistance), e che è stato salutato dall’assemblea con una standing ovation.
Fabio Sgroi
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