mercoledì 15 Ottobre 2025

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IL GA-GI E LO SCIOPERO DI LUNEDI’ 18 NOVEMBRE: PARLA VINCENZO CIRASOLA

Il presidente del Gruppo agenti Generali Italia: «Perché questa protesta plateale? Perché siamo stanchi, esausti e non ne possiamo proprio più. Semplificazione e digitalizzazione sono due vocaboli che stanno accompagnando, o meglio complicando, la nostra esistenza e quella dei nostri clienti da 30 anni».  

Vincenzo Cirasola

Vincenzo Cirasola, presidente del Gruppo Agenti Generali Italia (Ga-Gi), ha spiegato in una nota i motivi che hanno portato la rappresentanza agenziale, per la prima volta nella sua storia, a proclamare uno sciopero contro la mandante e a chiudere, per un giorno, le agenzie (il prossimo 18 novembre).

La protesta che, ha fatto presente il presidente del Ga-Gi, è «sorta “spontaneamente dalla base” e che è nata proprio dalla volontà di tutelare (e non danneggiare) i nostri clienti, “partner di vita” e patrimonio importante sia della compagnia ma soprattutto dell’agenzia, dalle continue e reiterate disfunzioni informatiche, conseguenti alla tanto ostentata “semplificazione e digitalizzazione”» è «per far sentire ad alta voce in modo chiaro e diretto, il nostro slogan: “Adesso basta. Fateci lavorare!”».

Perché si è arrivati a questa protesta plateale? «Perché siamo stanchi, esausti e non ne possiamo proprio più», ha sottolineato Cirasola. «Semplificazione e digitalizzazione sono due vocaboli che stanno accompagnando, o meglio complicando, la nostra esistenza e quella dei nostri clienti da 30 anni. Non so quanti ricordano l’intervento del 1989 dell’allora d.g. che parlava di “paperless”. Oppure il passaggio alla “dematerializzazione” annunciato nel 2013, per arrivare al recente slogan di Generali: smarter, simpler e faster”. Ecco tutti casi che evidenzino come le “parole, parole, parole” non manchino, siano all’avanguardia, perfino un passo avanti, ma i fatti siano ben lontani dal dimostrare che il futuro è qui. Anzi viviamo un presente forse peggiore di quanto ci aspettassimo, nel quale l’utilizzo della carta è aumentato anziché diminuire».

Un presente, continua Cirasola, nel quale «non sono solo i problemi informatici a creare insoddisfazione, ma anche tutta una serie di problematiche, assuntive e liquidative, che negli ultimi anni hanno attanagliato sempre più la nostra attività quotidiana. Mi sono spesso domandato se la tanta decantata “innovazione digitale” da parte di tante imprese, sia veramente apprezzata e a favore dei clienti (e non solo delle compagnie?)».

Il presidente del Ga-Gi ha fatto anche riferimento ad alcune problematiche sorte con la compagnia per quanto concerne il mandato unico, sottolineando come le relazioni industriali «si debbano impostare su un clima di fiducia reciproca».

Lo “scendere in piazza”, ha affermato Cirasola, «non ci deve spaventare. È la prima volta che noi agenti ex AG proclamiamo uno sciopero, non è nel nostro modo di operare, ma molti lo hanno utilizzato, anche grandi imprenditori e manager con i “colletti bianchi” per difendere i propri diritti e far sentire il proprio disagio. Dobbiamo essere molto orgogliosi del risultato raggiunto. Stiamo dimostrando cosa vuol dire essere associato al Ga-Gi: significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa “pensarsi” dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del nostro futuro».

Fabio Sgroi

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