Giacomo Castoldi, componente della commissione Rc auto del sindacato, ha analizzato i fattori che, a suo dire, disorientano il consumatore nella scelta della polizza da sottoscrivere. E si sofferma, fra l’altro, su due aspetti: le rivalse e la modalità di liquidazione dei sinistri…
Una Rc auto vista storicamente come una commodity, la mancata analisi delle clausole contrattuali complesse, la mancata conoscenza dell’operatività delle compagnie, il monopolio dell’informazione generalista in mano agli “osservatori”, il confronto fatto su smarthphone, l’ipertrofia e la burocratizzazione delle informazioni contrattuali. Per Giacomo Castoldi, componente della commissione Rc auto del Sindacato nazionale agenti, sono questi i fattori che «lasciano il consumatore inerme» quando questo deve scegliere la polizza da sottoscrivere e lo portano «a valutare alla fine solo l’unico dato di cui alla fine ha comprensione e cioè la grandezza numerica costituita dal prezzo».
Del tema si è dibattuto nel corso di un recente convegno, che si è svolto in modalità digitale, dal titolo Rc auto, bene sociale tra tutele e crescita delle minacce sul web, organizzato dallo Sna in collaborazione con Confconsumatori.
L’equazione descritta da Castoldi (i fattori elencati in apertura di articolo e il risultato) «genera il circolo poco virtuoso della Rc auto italiana», ha spiegato lo stesso agente, e «raramente “più economico” significa adeguato alle esigenze e ai rischi del cliente, con molta possibilità di rimanere scontenti a seguito di un sinistro. E la delusione si tradurrà in generale sfiducia verso il mercato».
Per Castoldi quello della Rc auto «è un contratto che spesso viene sottovalutato, ma tecnicamente è uno strumento assai complesso che necessita di comprensione e di un grande supporto anche dal punto di vista della consulenza professionale».
Limitandosi alla sola Rc auto, il componente della commissione Rc auto dello Sna, si è soffermato, fra l’altro, sul tema della rivalsa, cioè il diritto di una compagnia assicurativa di richiedere al contraente della polizza un risarcimento per gli importi liquidati in seguito a un sinistro di cui l’assicurato è responsabile.
Un aspetto che certamente va a incidere sul prezzo finale. «Escludere tramite la rivalsa più voci significa offrire un prezzo più basso della concorrenza, svuotando però di contenuti la copertura», ha affermato Castoldi, il quale ha fatto alcuni esempi «per capire meglio di cosa si occupano queste rivalse. C’è l’ambito relativo alle aree private (spazi di condomini, cortili di negozi e di ristoranti), che se non aperte alla pubblica circolazione possono essere escluse dalla copertura. C’è la rivalsa per lo stato di ebbrezza fissata da ogni compagnia in modo estremamente diverso, cosi come quella per le sostanze stupefacenti o psicotrope, nelle quali rientrano medicinali di uso comune; c’è la mancata revisione del mezzo o la patente scaduta; c’è la rivalsa per il trasporto non conforme di terzi (numero di passeggeri, cinture di sicurezza, ma anche supporti per bambini o per animali); c’è l’utilizzo dell’auto da parte di figli minori fuori dalla vigilanza dei genitori che viene spesso escluso; in ottica futura, visto il numero crescente di incidenti dovuti all’utilizzo di smartphone c’è da aspettarsi che le compagnie escano anche su questa voce».
Ma a incidere sul prezzo ci sono anche altri aspetti. Prendiamo la liquidazione in caso di sinistro. «Oltre ai contratti», ha osservato Castoldi, «le compagnie assicurative attive nella Rc auto possono operare in maniera diversa. Ci sono imprese, per esempio, tra cui molte compagnie dirette e on line, che non aderiscono al sistema Card che consente al cliente di essere risarcito da chi lo assicura senza dover intraprendere farraginose azioni di recupero nei confronti della compagnia del danneggiante. È chiaro che le polizze senza risarcimento diretto possono essere vendute a prezzi che sono significativamente più bassi perché snelliscono i costi di una liquidazione che sia al servizio del proprio cliente. Le imprese italiane sono obbligate ad aderire alla convenzione Card, al contrario di quelle comunitarie operanti in Italia. Ciò rappresenta una strategia di abbassamento del prezzo, che però diventa un onere per il cliente che dovrà rivolgersi alla compagnia del responsabile. La domanda che dobbiamo porci è: quanto è nella consapevolezza del cliente all’acquisto della polizza sul web questa nuova e diversa modalità di risarcimento?».
C’è poi il tema della vigilanza. «Ci sono 15 compagnie che non sono vigilate dall’italiana Ivass, ma da istituzioni estere. Una situazione del genere quanto può lasciare tranquilli gli assicurati nella gestione di un sinistro in Italia?», si è chiesto ancora Castaldi. Inoltre «la mancata conoscenza si estende anche al carattere delle piattaforme di aggregazione on line che sono il principale strumento di confronto dei prezzi e sono percepite come un terreno neutro. Su che strumento il consumatore spesso si informa e procede alle quotazioni?».
Fabio Sgroi
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