Il presidente del Sindacato nazionale agenti ha fatto il punto sulla nuova direttiva europea sulla distribuzione assicurativa.
«Tortuoso e complesso». Così Claudio Demozzi (nella foto), presidente del Sindacato nazionale agenti, definisce il percorso che porterà al recepimento in Italia della direttiva europea sulla distribuzione assicurativa (Idd). Il sindacato sta seguendo da vicino tutto l’iter e recentemente ha fatto alcune osservazioni (per il tramite di un documento depositato presso il Ministero dello sviluppo economico) «finalizzate a rendere il futuro recepimento della Direttiva UE 97/2016 quanto più aderente ai principi ispiratori di tale nuova normativa».
Una delle prime segnalazioni che lo Sna ha formalizzato è relativa al termine “prodotto assicurativo” che, ha evidenziato Demozzi, «troppe volte viene utilizzato nel testo della direttiva europea. Tale termine, per come viene inteso comunemente, tende a raffigurare un bene materiale finito e a limitarne quindi la portata, allontanandone il significato dal concetto di contratto di assicurazione. Inoltre, poiché nello spirito e nelle intenzioni del legislatore europeo, sempre nell’ottica del miglior servizio e tutela del consumatore, viene espressamente richiesto a ogni intermediario di svolgere la propria attività in modo consulenziale e imparziale, il sostantivo “prodotto”, per come nella lingua italiana viene comunemente inteso in abbinamento a un risultato materiale, fisico, finito, a nostro giudizio mal si addice all’essenza della nostra attività professionale».
Per queste ragioni, lo Sna ha richiesto al Ministero che in tutti i casi in cui venga utilizzato il termine “prodotto assicurativo” si rettifichi «con i più aderenti sostantivi “contratto assicurativo” e/o “servizio assicurativo”. E’ appena il caso di aggiungere come in termini puramente lessicali la definizione “contratto assicurativo” o “servizio assicurativo” racchiuda già implicitamente tutte quelle versatilità e flessibilità di adattamento alle esigenze del cliente che, al contrario, un “prodotto” finito non potrà mai includere…».
Per Demozzi bisogna lasciare «ai burocrati e ai funzionari delle imprese l’utilizzo del termine riduttivo “prodotto”, rivendichiamo la nostra funzione consulenziale anche utilizzando più propriamente la terminologia classica “polizza assicurativa” o “contratto assicurativo” o “servizio assicurativo”». Il presidente dello Sna ha ribadito: «il quarto principio considerato dalla direttiva Ue 2016/97 del 20 gennaio 2016 (IDD) recita testualmente: “gli intermediari assicurativi e riassicurativi svolgono un ruolo centrale nella distribuzione dei prodotti assicurativi e riassicurativi nell’Unione”. Una bella dichiarazione di principio, condivisibile».
E ancora: «l’articolo 17 della stessa direttiva prevede che “Gli Stati membri garantiscono che, nello svolgere l’attività di distribuzione assicurativa, i distributori di prodotti assicurativi agiscano sempre in modo onesto, imparziale e professionale per servire al meglio gli interessi dei loro clienti”, così come prevede che “i distributori di prodotti assicurativi non ricevano un compenso o non offrano un compenso ai loro dipendenti e non ne valutino le prestazioni in modo contrario al loro dovere di agire nel migliore interesse dei clienti”. Sono disposizioni che accrescono l’importanza del nostro ruolo professionale e che corrispondono al nostro codice deontologico, alla nostra etica. L’impatto della direttiva sul nostro quotidiano potrà dunque essere positivo, purchè ci sia possibile preservare le nuove norme dall’attacco concentrico dei poteri forti e di quella parte della categoria cronicamente asservita al volere delle imprese, durante l’iter parlamentare e il successivo percorso regolamentare», ha concluso Demozzi.
Fabio Sgroi
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