L’Associazione italiana brokers assicurativi e riassicurativi: «Ad oggi si è prodotto un aumento esponenziale dei documenti informativi da fornire al cliente che vuole acquistare una polizza, senza risolvere il problema dell’eccessiva verbosità e del tecnicismo con cui questi sono scritti».
«Se la recente direttiva Idd (Insurance distribution directive) ha l’obiettivo dichiarato di semplificare la comprensione e quindi l’accesso alle polizze assicurative, introducendo un documento sintetico (il Dip) che riassuma gli elementi chiave per comprendere il contenuto di una polizza, l’applicazione in Italia si è però tradotta in una grande occasione persa». La posizione dell’Aiba, l’Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni, è chiara: il recepimento e l’applicazione in Italia della direttiva europea sulla distribuzione assicurativa presentano dei problemi.
«Ad oggi», ha spiegato l’associazione attraverso una nota, «si è prodotto un aumento esponenziale dei documenti informativi da fornire al cliente che vuole acquistare una polizza, senza risolvere il problema dell’eccessiva verbosità e del tecnicismo con cui questi sono scritti».
Secondo l’Aiba sarebbe proprio questo il problema principale che i consumatori riscontrano con le polizze assicurative e che li spinge a non sottoscriverle, «come rileva anche uno studio Ivass-Università Bicocca: i documenti informativi sono molti e complessi e scritti in un linguaggio tecnico che non risulta chiaro e semplice per la comprensione da parte dei non addetti al settore (e, talvolta, anche dei professionisti). A un’assenza di vantaggi per i clienti, inoltre, corrisponde un crescente onere burocratico per le compagnie di assicurazioni e per i broker, con un potenziale impatto sul loro lavoro in termini di tempo da poter dedicare alla consulenza e di qualità nel selezionare e offrire prodotti personalizzati per le esigenze di ciascun cliente». (fs)
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