L’azienda di via Stalingrado intende fare leva sulla telematica e sui servizi assicurativi e di assistenza già applicati nel mondo auto.
Il piano industriale di Unipol Gruppo Finanziario e di UnipolSai 2016-2018 punta a sviluppare anche il comparto non auto, che in Italia ha grandissime potenzialità ancora inespresse.
Vediamo quali strade si intendono seguire partendo dagli obiettivi numerici. Per quanto riguarda la raccolta premi danni, Ugf stima nei prossimi tre anni di passare (lavoro diretto) da 7,9 miliardi di euro del 2015 a 8,3 milioni di euro nel 2018 (+1,6%), di cui il 46% riconducibile al comparto non auto (da 44% a fine 2015).
Per UnipolSai l’incremento della raccolta premi complessiva è dello 0,8% (da 7,3 miliardi di euro del 2015 a 7,5 miliardi di euro del 2018 (la componente non auto passerebbe dal 42% al 43%).
Anche nel non auto l’azienda di via Stalingrado intende servirsi del suo know now nella telematica e nei servizi assicurativi, in particolare nei settori casa, commercio e piccole e medie imprese. L’obiettivo dichiarato è una crescita dell’8% sulla raccolta non auto retail e Pmi nel periodo 2015 – 2018 e per fare ciò Unipol ha previsto l’estensione dell’offerta non auto per retail e aziende del modello di servizio realizzato sull’auto, basato sulla riparazione in forma specifica. «Lo stiamo già applicando e continueremo a farlo in futuro anche ai prodotti casa», ha sottolineato Matteo Laterza, direttore generale di UnipolSai Assicurazioni. Ma si punterà anche sui servizi di assistenza che faranno leva, come detto, sulla telematica. «Quello del non auto è un mercato più remunerativo e nel prossimo triennio intendiamo svilupparlo, più di quanto abbiamo fatto nei precedenti tre anni», ha detto Laterza.
Fabio Sgroi
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