Il risultato netto consolidato ha raggiunto gli 843 milioni di euro. Raccolta diretta assicurativa a +5,1%.
Il gruppo Unipol ha chiuso i primi nove mesi del 2018 con un utile netto consolidato pari a 843 milioni di euro, cui ha contribuito la plusvalenza, pari a 309 milioni di euro, generata dalla cessione della partecipazione di UnipolSai in Popolare Vita (nei primi nove mesi del 2017 il gruppo aveva segnato una perdita di 229 milioni di euro, per effetto del piano di ristrutturazione del comparto bancario per 780 milioni di euro).
Escludendo nei due periodi in esame gli effetti delle componenti non ricorrenti e ricalcolando i risultati economici consolidati a perimetro omogeneo (escludendo quindi i valori apportati da Popolare Vita e The Lawrence Life), il risultato netto consolidato nei primi nove mesi del 2018 si è attestato a 522 milioni di euro, in crescita rispetto ai 508 milioni al 30 settembre 2017, grazie in particolare ad un miglior contributo della marginalità tecnica danni.
Al 30 settembre 2018 la raccolta diretta assicurativa, al lordo delle cessioni in riassicurazione, si è attestata a 8,74 miliardi di euro (-0,5% rispetto al 30 settembre 2017). A perimetro omogeneo, la raccolta del gruppo è risultata pari a 8,63 miliardi di euro (+5,1%).
DANNI – La raccolta premi diretti nel comparto danni è ammontata a 5,57 miliardi di euro (5,59 miliardi al 30 settembre 2017). Il comparto auto si è attestato a 3,06 miliardi di euro in linea con l’esercizio precedente. Nel comparto non auto i premi sono stati pari a 2,51 miliardi di euro, quasi come lo scorso anno. Il combined ratio del lavoro diretto del gruppo si è attestato al 94,5% (93,5% al netto della riassicurazione), in miglioramento rispetto al 96,8% realizzato al 30 settembre 2017, con un loss ratio del lavoro diretto che è risultato pari al 67,1%, contro il 69,1% dei primi nove mesi 2017 e un expense ratio del lavoro diretto pari al 27,4% dei premi contabilizzati, contro il 27,6% al 30 settembre 2017.
VITA – Nel comparto vita, il gruppo Unipol ha registrato una crescita di fatturato, a perimetro omogeneo, con una raccolta diretta pari a 3,06 miliardi di euro (+16,6% rispetto al 30 settembre 2017) trainato dal comparto bancassurance.
COMPARTO BANCARIO E UNIPOLREC – Il risultato ante imposte del comparto bancario è stato pari a 27 milioni di euro contro i -941 milioni dei primi nove mesi dell’esercizio 2017. Unipol Banca ha segnato una raccolta diretta di 10,3 miliardi di euro contro i 12 miliardi di fine 2017 (la diminuzione è dovuta a una minore raccolta infragruppo e da clientela istituzionale e al rimborso di notes derivanti da operazioni di cartolarizzazione). Gli impieghi verso la clientela, al netto degli accantonamenti, sono ammontati a circa 7 miliardi di euro contro i 7,9 miliardi a fine 2017. La riduzione è legata principalmente alla scissione in favore di UnipolReC del portafoglio sofferenze di Unipol Banca (coperta all’81%). Lo stock di credito deteriorato netto, post scissione, è risultato pari a 426 milioni di euro, mentre le sofferenze nette si sono attestate a 25 milioni di euro. UnipolReC ha chiuso i primi nove mesi con un calo di 250 milioni di euro di crediti deteriorati lordi sui quali ha incassato 79 milioni (32% del valore lordo), con riprese nette di valore di 24 milioni.
A livello di gruppo bancario Unipol il Cet 1 è stato pari al 30,5% (31,5% al 31 dicembre 2017).
GESTIONE FINANZIARIA E SITUAZIONE PATRIMONIALE – La redditività lorda del portafoglio degli investimenti finanziari assicurativi del gruppo ha ottenuto nel periodo considerato un rendimento pari al 3,9% degli asset investiti confermando la redditività ottenuta nello stesso periodo del 2017, di cui il 3,3% relativo alla componente di cedole e dividendi.
Il patrimonio netto consolidato è ammontato, al 30 settembre 2018, a 6,67 miliardi di euro (7,45 miliardi al 31 dicembre 2017) di cui 5,38 miliardi di pertinenza del gruppo (5,48 miliardi al 31 dicembre 2017). Per quanto concerne l’indice di solvibilità di gruppo, al 30 settembre 2018 il rapporto tra fondi propri e capitale richiesto è stato pari a 161%, in recupero rispetto al 30 giugno 2018 (160%) e in flessione rispetto al 166% del 31 dicembre 2017 per effetto in particolare dell’allargamento dello spread sui titoli governativi italiani. (fs)
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