La raccolta premi complessiva è in linea con quella dello scorso anno. In Italia l’auto a -3,6%. Risultato operativo in crescita del 2,3%, mentre l’utile di gruppo ha segnato un -40%. Ecco perché…
Al 30 settembre 2020, il gruppo Generali ha registrato una raccolta premi lorda di quasi 52 miliardi di euro (+0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), di cui 35,4 miliardi di euro relativa al vita (+0,4%) e 16,5 miliardi di euro ai danni (16 miliardi al 30 settembre 2019).
Escludendo i premi del fondo pensione collettivo vita sottoscritto in Italia (Generali Italia a giugno 2020 si è aggiudicata il mandato di gestione di due comparti di investimento di Cometa, il fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori dell’industria metalmeccanica, della installazione di impianti e dei settori affini e per i lavoratori dipendenti del settore orafo e argentiero), pari a circa 1,5 miliardi di euro, i premi complessivi del gruppo registrerebbero un decremento del 3,9%.
Nel vita da segnalare l’incremento del 24,6% dei prodotti unit-linked, trainato dall’andamento in Italia e Germania e il calo delle linee risparmio (-12,7%), principalmente in Italia, Francia e Spagna. I prodotti di puro rischio e malattia sono cresciuti dell’1,6%. La raccolta netta vita (cioè la differenza tra i premi incassati e le uscite per pagamenti e riscatti) si è attestata a 9,3 miliardi di euro (-13%); il calo è principalmente riconducibile all’andamento della linea risparmio in Francia che ha evidenziato una riduzione dei premi e maggiori riscatti, in coerenza con la scelta strategica del gruppo di riposizionamento del portafoglio.
I premi del segmento danni sono risultati stabili, con l’auto che ha registrato andamenti differenziati nei vari paesi di operatività del gruppo; il trend positivo osservato in Aceer e in Americas e Sud Europa, a seguito anche degli adeguamenti inflazionistici, è stato assorbito dal calo del 3,6% registrato in Italia per effetto delle misure di lock down della prima parte dell’anno. La linea non auto (+0,3%) è stata caratterizzata dagli andamenti positivi diffusi nelle diverse aree di operatività del gruppo, in particolare in Italia, per lo sviluppo delle polizze legate al Covid-19 sul ramo infortuni e assistenza e del comparto aziende, Aceer, Francia e Spagna. In flessione Europ Assistance (-31,5%), la cui raccolta ha risentito degli impatti della pandemia, soprattutto nella linea viaggi.
La nuova produzione in termini di Pvnbp (valore attuale dei premi della nuova produzione) si è attestata a 31,6 miliardi di euro (+1,3%), mentre la redditività sul Pvnbp ha raggiunto il 4,10% (4,28%). Il valore della nuova produzione (Nbv) si è attestata a 1,3 miliardi di euro (-2,9%). Gli asset under management complessivi di parti terze hanno toccato quota 160,5 miliardi di euro (-0,8%). Le riserve tecniche vita sono cresciute a 376,3 miliardi di euro (+1,9%).
Il risultato operativo si è attestato a 4,02 miliardi di euro, in crescita del 2,3% (danni +18,6%, vita -14,8%). Il combined ratio è migliorato di 2,8 punti percentuali, attestandosi a 89,7%: la variazione è ascrivibile principalmente alla contrazione della sinistralità corrente non catastrofale osservata nel comparto auto in tutti i principali paesi di operatività del gruppo, anche a seguito degli effetti del lock down.

L’utile netto di gruppo si è attestato a 1,3 miliardi di euro, in calo del 40% per queste ragioni: il minor risultato non operativo degli investimenti, passato da -351 milioni di euro a -556 milioni di euro e comprende 340 milioni di euro di svalutazioni su investimenti classificati come disponibili per la vendita a seguito dell’impatto negativo dei mercati finanziari, nonché 93 milioni di euro di svalutazione dell’avviamento relativo al business vita della compagnia in Svizzera; la spesa non operativa di 100 milioni di euro per la costituzione del Fondo straordinario internazionale lanciato dal gruppo per fare fronte all’emergenza Covid-19 (sono proseguite anche iniziative locali nei principali paesi di operatività per 63 milioni di euro; il maggior impatto della fiscalità, passato dal 31,6% al 37,1% essenzialmente per effetto della maggiore incidenza degli oneri non deducibili; l’impatto delle plusvalenze e minusvalenze derivanti dalle attività operative cessate, pari a -183 milioni per l’accordo transattivo con Btg Pactual che ha posto fine all’arbitrato per la cessione di Bsi.
L’utile netto normalizzato si è attestato a 1,4 miliardi di euro. Il patrimonio netto di gruppo ha raggiunto i 27,6 miliardi di euro (-2,6% rispetto a fine 2019); solvency II Ratio a 203% (224% a fine 2019). (fs)
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