C’è anche l’autosufficienza delle agenzie dal punto di vista della redditività e la strategia sull’auto. E non è finita… Enrico Ulivieri, presidente della rappresentanza agenziale, fa il punto con Tuttointermediari.it.
Non solo il rinnovo dell’accordo integrativo, ma anche la redditività delle agenzie e una nuova strategia a difesa del portafoglio auto. Sono questi i temi su cui il Gruppo agenti Zurich si concentrerà nei prossimi mesi, relativamente al rapporto con la mandante.
Nei giorni scorsi, il direttivo della rappresentanza agenziale presieduta da Enrico Ulivieri ha incontrato la direzione della compagnia per fare il punto (nella foto sopra).
«Dallo scorso 1° luglio, Zurich Italia ha ridisegnato profondamente la propria struttura organizzativa con dei cambiamenti che hanno coinvolto i referenti della rete agenziale», ha ricordato Ulivieri a Tuttointermediari.it. «Abbiamo avuto modo di conoscere il nuovo direttore vendite, Andrea Trivellato, con il quale abbiamo affrontato in maniera concreta le priorità della rete agenziale. Dobbiamo dare atto ad Alessandro Castellano, ceo di Zurich Italia, che iniziamo a respirare un’aria nuova e che pertanto esiste la volontà dei vertici a sistemare le criticità del passato. Il cammino, tuttavia, non è semplice», ha precisato Ulivieri, «perché, al di là delle buone intenzioni, l’autosufficienza economica delle nostre agenzie resta ancora un lontano miraggio. Il gruppo agenti Zurich, tuttavia, prosegue il sostegno ai propri associati attraverso opportuni strumenti che possano consentirci di presidiare correttamente i nostri clienti e più in generale la nostra attività professionale. Abbiamo inoltre sottolineato quanto i nostri concorrenti dalle parole stiano passando ai fatti anche nel tanto bistrattato settore auto dove appunto i competitor sembrano invincibili. In attesa pertanto di soluzioni definitive, abbiamo accolto la decisa apertura della compagnia al rinnovo dell’accordo integrativo in scadenza a dicembre 2019».

Qualche mese fa, il Gruppo agenti Zurich aveva sollevato anche la questione relativa a un nuovo mandato provvigionale da discutere con la mandante, che tenesse conto delle indicazioni contenute nei nuovi regolamenti, delle maggiori responsabilità in capo agli agenti e della pari dignità tra agenti Zurich.
«In generale con l’entrata in vigore della Idd è palese che l’intero settore assicurativo debba rivedere equilibri coerenti con un mondo che di fatto oggi non esiste più», puntualizza Ulivieri. «L’importante provvedimento regola, ribaltando antiche formalità, l’intera relazione cliente, intermediario e compagnia ponendo al centro di tutto l’esclusivo interesse del cliente consumatore e, tra le righe dello stesso emerge quindi una nuova figura di intermediario assicurativo professionale».
Una nuova figura che ha «una dignità maggiore rispetto al passato e che deve ripensare alla propria remunerazione partendo dal presupposto che in primis non è più accettabile sopportare o subire passivamente l’esistenza di diversi mandati provvigionali per reti agenziali appartenenti allo stesso marchio. Riteniamo che sia arrivato il momento per il nostro gruppo agenti di porre al centro della discussione politica ciò che regola la relazione compagnia/agenti, che ricordiamo essere principalmente un contratto di natura economica, in estrema sintesi la tabella provvigionale».
Ulivieri, in sostanza, ritiene «fondamentale riportare specifiche responsabilità, con relative penalizzazioni nei confronti di chi è chiamato a governarle. È anacronistico, per esempio, il continuare a ribaltare su di noi intermediari il peso rappresentato dal rischio di impresa. Con le nuove regole si delineano i perimetri del chi fa cosa, e noi intermediari dovremmo riabituarci a fare finalmente il nostro mestiere senza essere coinvolti in altro. Per ottemperare a tutto ciò non possiamo più permetterci di vagare nel buio, o nelle incertezze, in quanto abbiamo necessariamente bisogno di una nuova base reddituale che ci consenta di investire nella parte gestionale d’agenzia e in una formazione anche manageriale».
Fabio Sgroi
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