La mozione varata all’ultimo congresso di Lisbona ha affidato al consiglio direttivo e giunta esecutiva una serie di compiti, che vanno da…
Più investimenti per la rete, riduzione dei costi e delle incombenze amministrative agenziali, supporto al modello agenziale che prevede l’impiego dei cosiddetti Op, incremento del livello di management fee e, non ultimo, accrescere la redditività delle agenzie. Il confronto fra il Gruppo agenti Generali Italia (Ga-Gi) e la mandante proseguirà, in sintesi, su questi temi. E gli obiettivi sono stati inseriti nella mozione in occasione dell’ultimo congresso della rappresentanza agenziale che si è tenuto a metà giugno a Lisbona.
In particolare, gli agenti hanno condiviso «l’articolata e sagace relazione del presidente dell’assemblea congressuale che ha rappresentato al meglio lo stato di generale malessere in cui si trovano a operare gli agenti e i loro collaboratori» e, «udita la risposta del ceo Marco Sesana, che ha ribadito la centralità del ruolo dell’agente come asset distributivo di Generali Italia», hanno dato mandato al consiglio direttivo (nella foto) di proseguire il confronto con la compagnia al fine di «tradurre in azioni concrete quanto dichiarato dal ceo Sesana in termini di investimenti a favore della rete e di organizzazione degli uffici direzionali al servizio della stessa; vigilare sul processo di semplificazione per ridurre i costi e le incombenze amministrative agenziali affinché si porti un concreto vantaggio a tutta la rete in termini di efficienza; verificare che il modello agenziale che prevede l’impiego dell’organizzazione produttiva dipendente della compagnia venga realmente sostenuto come dichiarato dal ceo; preservare e incrementare il livello di management fee». Tutto ciò «con il primario obiettivo di salvaguardare e accrescere la redditività agenziale».
Gli agenti hanno invitato la giunta esecutiva del Ga-Gi a «sollecitare il ceo Sesana, in qualità di vice presidente Ania, ad attivarsi affinché venga prontamente riaperto il tavolo del rinnovo del nuovo accordo imprese-agenti» e a «rimodulare i target commerciali in modo equo per consentire così alle agenzie di sviluppare la loro redditività».
Fabio Sgroi
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