Disagi, blocchi, disfunzioni, malfunzionamento del sistema informatico, progetti non condivisi. È un momento difficile per il Gruppo agenti di assicurazione Toro. Il presidente Roberto Salvi ne parla in questa intervista a tuttointermediari.it e spiega perché punta tutto sull’attività della Gaat Service…
«I disagi sono molti e sono diversi i blocchi di sistema che coinvolgono ripetutamente più agenzie Toro. Ciò causa numerose disfunzioni, una situazione pesante per i punti vendita e anomalie varie. Sembra che l’azienda si sia dotata di una struttura non dimensionata alle necessità di un’operazione cosi importante e complessa». Roberto Salvi (nella foto), presidente del Gruppo agenti di assicurazione Toro (Gaat), si unisce al coro dei presidenti dei gruppi aziendali dell’orbita Generali Italia per evidenziare il difficile percorso che sta compiendo la rappresentanza agenziale nell’ambito dell’integrazione delle reti. Un progetto, quello di Generali Italia, che il Gaat non ha condiviso e che comunque ha portato la rappresentanza a ottenere alcuni riconoscimenti. Quali? Salvi ne parla in questa intervista, dove si fa il punto anche sulla Gaat Service, la società iscritta alla sezione A del Rui voluta dagli associati al Gaat.
Domanda. Nel corso dell’ultimo congresso di Torino (settembre 2013), il Gaat ha chiesto alcune garanzie. Quali sono state rispettate? E quali no?
Risposta. Il mantenimento dei mandati e dei capitolati provvigionali sono stati sicuramente rispettati. È stato anche mantenuto il nome Toro. Certamente quello che non è stato rispettato è il marchio. Su quest’ultimo punto abbiamo raggiunto una sorta di compromesso: abbiamo preferito sospendere il contenzioso sul marchio a fronte della stipula di un accordo che ha previsto un riconoscimento economico alle agenzie, ma soprattutto il riconoscimento della Gaat Service, che è la società di intermediazione del nostro gruppo agenti. È stato l’elemento sul quale abbiamo concentrato l’attività del Gaat, considerato che la mozione congressuale chiedeva questo. E prevedeva anche di mantenere solo rapporti istituzionali con la mandante, escludendo quindi la collaborazione attraverso commissioni di lavoro, perché riteniamo che il progetto di Generali Italia continui ad avere elementi che non condividiamo e che non ci convincono.
D. In sostanza il Gaat ha ottenuto un riconoscimento economico dalla compagnia, in cambio della non assunzione di nuovi mandati di compagnie generaliste attraverso Gaat Service?
R. Nel contesto di una serie di impegni reciproci concordati con la compagnia e in considerazione del particolare sforzo richiesto alle agenzie nel processo di integrazione in corso, sono stati riconosciuti anche alcuni contributi economici. Per esempio è stato negoziato un contributo per ogni agenzia Gaat che ha avviato la collaborazione con Gaat Service (e quindi sostenuto dei costi) e un ulteriore contributo per Gaat Service per consolidare, anche attraverso l’acquisto di strumenti informativi, i mandati in essere alla data di stipula dell’accordo, cioè la collaborazione con Assigeco, il mandato con Ace, Uca Assicurazione e con Elba Assicurazioni, con cui abbiamo firmato il mandato alla fine di settembre. L’accordo raggiunto con Generali Italia dura due anni.
D. Come è organizzata Gaat Service e quanti sono, attualmente, gli agenti che vi aderiscono?
R. Gaat Service, che ha sede in via Micca a Torino, è iscritta a tutti gli effetti alla sezione A del Rui. Al progetto hanno aderito praticamente tutti gli iscritti al gruppo agenti versando la quota dovuta. A oggi sono circa 130 le agenzie affiliate che intermediano (le agenzie iscritte al Gaat sono invece 230, ndr). È una società voluta dagli agenti associati al Gaat, deliberata dall’assemblea generale Gaat riunita in congresso il 9 novembre 2007 a Riccione e costituita a Torino il 2 marzo 2009, con lo scopo di affiancare e supportare il Gaat nelle attività di interesse e di supporto all’attività associativa e di intermediazione assicurativa. Responsabile dell’attività di intermediazione è Roberto Favaron, già top manager di Toro Assicurazioni. Il consiglio di amministrazione è composto oltre che da me, che ricopro la carica di presidente, anche dagli agenti Adriano Perrone e Gianni Mezzalira, dall’avvocato esperto di diritto delle assicurazioni Rudi Floreani e dal professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università degli studi di Parma Claudio Cacciamani. (Nella foto sopra, da sinistra: Adriano Perrone, Roberto Favaron, Roberto Salvi, Gianni Mezzalira e Rudi Floreani)
D. Torniamo alle vicende strettamente legate al gruppo agenti da lei presieduto. La migrazione, dunque, sta pesando oltre modo sulle agenzie…
R. Certamente. Il sistema informatico sta funzionando male e oltre tutto non tiene nemmeno conto di quelle che erano le operatività delle agenzie in passato. Ha cambiato il nostro metodo di lavoro, le prassi e le abitudini Toro e anche le autonomie assuntive. Il nostro timore è che queste disfunzioni possano compromettere nel medio periodo anche la produttività, anche se a oggi è in linea con il passato. Domani non sappiamo se sarà ancora così, ma quello che è certo è che questa situazione ci limita nella programmazione futura.
D. Il top management di Generali Italia ha subìto recentemente dei cambiamenti in termini di uomini e ruoli. Il Gaat come ha vissuto queste variazioni?
R. Abbiamo preso atto. Come metodo non personalizzo i rapporti.
D. Mario Greco, ceo del Gruppo Generali, ha sottolineato alla recente convention del Gruppo agenti Generali che il canale agenziale resta centrale nella strategia aziendale. Quanto le ha fatto piacere questa affermazione?
D. L’aver ascoltatoquesta dichiarazione ci ha fatto piacere. Ci farebbe ancora più piacere se avessimo dei concreti riscontri quotidiani nelle politiche dell’azienda. Evidentemente questo tipo di indicazione non arriva a tutti con la stessa forza con cui sono state pronunciate le parole di Greco o non vale per tutti gli agenti del gruppo.
D. Altra affermazione è stata quella di sviluppare di più il ramo vita. Alla divisione Toro è stato chiesto di snaturare le specificità acquisite negli anni?
R. Storicamente e mediamente, gli agenti Toro sono forti nel settore danni in generale, meno nel vita. Al momento, la mandante non ci ha chiesto di lavorare in modo diverso rispetto al passato. Mi auguro e spero, quindi, che non si voglia aprire un contenzioso addirittura sui prodotti vita o danni che dovremmo commercializzare. È facoltà dell’agente scegliere cosa proporre ai clienti, secondo le loro esigenze. Tra l’altro, i prodotti rami danni della rete storica di Generali sono molto diversi dai nostri e molto distanti anche nelle logiche distributive. Se saranno questi i prodotti finali che l’azienda ci metterà a disposizione noi di Toro avremo sicuramente più di qualche serio problema.
D. Come si muoverà il Gaat nei prossimi mesi?
R. L’obiettivo principale è portare a compimento la mozione congressuale in modo convinto. Continueremo pertanto a non partecipare ai lavori di quei progetti di compagnia che non sono realmente condivisi con noi. Come da mozione congressuale, poi, ci impegneremo a sviluppare e consolidare l’attività di Gaat Service.
Fabio Sgroi
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