L’ex presidente e oggi membro del consiglio direttivo dell’Unione europea assicuratori si dice preoccupato di possibili derive in vista del recepimento della nuova direttiva europea sulla distribuzione. E lancia un appello a Sna e Anapa.
C’è anche l’Unione europea assicuratori (Uea) che sta seguendo con attenzione il percorso che porta al recepimento della nuova direttiva europea sulla distribuzione assicurativa (Idd, Insurance distribution directive). E anche l’associazione è preoccupata di come potrebbe evolvere la situazione. È quanto emerso dall’intervento di Filippo Gariglio (nella foto), attuale membro del consiglio direttivo di Uea e in passato anche presidente dell’associazione, all’ultimo Anapa on Tour, che ha fatto tappa a Milano.
«La Idd parte dal presupposto di voler dare una armonizzazione minima in tutta Europa. Come scopo è perfetto anche perché non poteva essere diversamente», ha affermato Gariglio, «il problema è che in questo momento regna una confusione anche per giuristi, illustri: la direttiva da una parte ribadisce che gli intermediari assicurativi svolgono un ruolo centrale nella distribuzione, dall’altra aggiunge al comma successivo che i prodotti assicurativi possono essere distribuiti da diverse categorie di soggetti o enti, vale a dire oltre da agenti, mediatori, operatori di bancassicurazione e imprese di assicurazioni anche da agenzie di viaggio, società di autonoleggio e concessionari di auto. Questi ultimi soggetti sono stati riconosciuti a tutti gli effetti: è scritto nel testo della direttiva e quindi c’è ben poco da interpretare».
Un concetto che Uea fatica a digerire, dal momento che l’associazione ha sempre combattuto la concorrenza diciamo così sleale (ieri quella dei comparatori, oggi i promotori mutualistici). «La Idd è senz’altro una occasione per eliminare alcune asimmetrie distributive», ha detto Gariglio, visto che «dal 2005 l’attività degli agenti è stata normata oltremodo, mentre attorno a loro si vendono prodotti assicurativi in tutti i modi e senza alcun controllo».
Per Gariglio si tratta in questo momento di «confrontarsi, di cercare di capire quali sono le esigenze del paese, dei nostri assicurati e consumatori, e come noi intermediari possiamo valorizzare il nostro ruolo». Le insidie nascono anche dal fatto che essendo una direttiva europea contempla tutti i Paesi, e in molti di questi il sistema assicurativo e anche quello della distribuzione è completamente diverso da quello italiano. «C’è da valutare un aspetto di fondo rispetto ad altri sistemi distributivi presenti in Europa: da una parte c’è un intermediario autonomo, indipendente, che ha fatto un percorso di autonomia e identità personale, dall’altra parte ci sono distributori che però hanno un ruolo diverso, non sono veri e propri intermediari. All’estero spesso è così. Per questa ragione dobbiamo stare attenti affinché il recepimento di questa direttiva non configuri facilmente posizioni di questo genere, in quanto avremmo difficoltà come intermediari autonomi e indipendenti a mantenerci in piedi economicamente».
Anche a Uea non è piaciuta l’iniziativa dell’Ivass di voler anticipare i tempi rispetto a febbraio 2018, data entro cui la direttiva deve essere recepita. «Siamo molto preoccupati per la decisione dell’istituto di vigilanza di voler fare delle cose oggi che poi bisogna smontare domani: ciò comporta dei costi». Gariglio non ha nascosto nemmeno la sua delusione nei confronti dell’atteggiamento delle authority: «la relazione di cui oggi sono portatori agenti e broker rispetto alle esigenze degli assicurati, negli ultimi anni è stata vista come un freno al mercato, come una visione corporativa antieconomica, e per questo si spinge verso la disintermediazione. Si considera il nostro un sistema un po’ vecchio, troppo farraginoso, inefficiente. Credo che questa sia una sensazione comune fra chi fa parte delle nostre authority».
Infine un appello a Sna e Anapa ReteimpresAgenzia: «È importante che si occupino insieme di questa interpretazione della Idd, perché inevitabilmente si intreccerà con la figura degli intermediari professionali. Non so se sarà possibile fare sintesi tra le posizioni di Sna e Anapa, ma almeno si cerchi di ribadire il ruolo professionale degli intermediari come identità autonoma a tutela del consumatore assicurato».
Fabio Sgroi
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