«La sentenza ha finalmente riportato chiarezza, ribadendo che sono state violate le regole dello statuto del Gruppo agenti Generali Italia», hanno affermato in una nota Roberto Ancherani, Carlo Bracci, Luca Capato, Stefano Maestri Accesi e Simone Ollanu, agenti del Ga-Gi, promotori del ricorso. «È giunto il momento di ripristinare il rispetto del valore storico della nostra associazione e di ricompattare il nostro gruppo agenti».
Il Tribunale di Treviso (confermando una decisione assunta a gennaio scorso) ha emesso una ordinanza attraverso la quale ha confermato definitivamente la sospensione della delibera di elezione di Vincenzo Cirasola a presidente del Gruppo agenti Generali Italia (Ga-Gi). È quanto si legge in una nota diffusa da Roberto Ancherani, Carlo Bracci, Luca Capato, Stefano Maestri Accesi e Simone Ollanu, agenti del Ga-Gi, promotori del ricorso.
«Questo segna una vittoria per la legalità e la trasparenza, dopo due anni di applicazione distorta delle norme statutarie», hanno affermato i cinque agenti nella nota. «La sentenza del Tribunale ha finalmente riportato chiarezza, ribadendo che sono state violate le regole dello Statuto del Ga-Gi. È giunto il momento di ripristinare il rispetto del valore storico della nostra associazione e di ricompattare il nostro gruppo agenti».
Il Tribunale, hanno fatto notare Ancherani, Bracci, Capato, Maestri Accesi e Ollanu, ha dichiarato che «l’associazione può essere gestita “senza soluzione di continuità” e può “assumere tutte le determinazioni che si rendono necessarie” fino al prossimo congresso ordinario del 2025. Sono stati scacciati i timori di instabilità di governo sollevati solo da qualche assemblea di zona, che richiedevano uno straordinario».
Il Ga-Gi, hanno ricordato i cinque agenti, «è l’insieme di tutti gli associati e la leadership dell’associazione deve risiedere nell’associazione stessa, non in un singolo individuo. Il futuro è nelle mani di tutti noi. Con coesione e impegno, continueremo a promuovere gli interessi e gli obiettivi dei nostri associati, garantendo un ambiente di fiducia e collaborazione fra tutti i nostri organi statutari». CLICCA QUI per leggere l’ordinanza del Tribunale di Treviso.
Fabio Sgroi
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