Il presidente dell’Associazione italiana broker di assicurazione e riassicurazione: «Uno può dare tutta la consulenza di questo mondo ma di fronte a una proposta non adeguata c’è poco da fare».
La nuova direttiva sulla distribuzione assicurativa richiede all’intermediario di prestare una consulenza adeguata al cliente? Da questo punto di vista la categoria dei broker è in una botte di ferro. In un certo senso è questo il pensiero di Luca Franzi, presidente di Aiba, l’Associazione italiana broker di assicurazione e riassicurazione. «Senza consulenza, il broker difficilmente può esistere; abbiamo campato di consulenza e non avremmo clienti in assenza di questa», ha avuto modo di spiegare recentemente durante un suo intervento nell’ambito della presentazione dell’ultimo Osservatorio europeo degli intermediari assicurativi a cura di Cgpa Europe a Milano.
Semmai il discorso si sposta su altri aspetti, ha precisato Franzi. «Per esempio sulla responsabilità oggettiva nella carenza di esprimere una capacità consulenziale adeguata. Per i broker questo profilo di responsabilità esisteva già. E comunque il dover codificare di aver fatto un’attività consulenziale adeguata all’esigenza di un cliente che talvolta è disinteressato a quanto gli viene detto o che non ha una sufficiente capacità di comprendere le diverse soluzioni rispetto all’impatto economico, è una operazione complessa anche in funzione di chi poi giudicherà se effettivamente abbiamo fatto bene il nostro mestiere».
Al di là di questo, conta pure se l’offerta è adeguata oppure no. «Se parliamo di offerta reale al cliente, a me manca qualcosa», ha affermato Franzi. «Da parte nostra cerchiamo di seguire i clienti sempre che gli assicuratori ci seguano. E occorre interrogarsi sulla capacità degli assicuratori di rispondere in modo adeguato ai bisogni e alle esigenze dei clienti. Noi portiamo al cliente quella che è la politica commerciale del mercato assicurativo che non necessariamente risponde alle sue esigenze. Per esempio il rimborso delle spese mediche: l’offerta del mercato assicurativo è diametralmente opposta a quelli che sono i bisogni dei clienti. Uno può dare tutta la consulenza di questo mondo ma di fronte a una proposta non adeguata c’è poco da fare».
Fabio Sgroi
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