giovedì 23 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

FORMAZIONE, CONDIVISIONE DEI VALORI, SCAMBIO DI ESPERIENZE, SOLUZIONI AI PROBLEMI. COSI’ ASSEPRIM COINVOLGE GLI ATTORI DEL SETTORE ASSICURATIVO

Umberto Bellini e Francesco Saverio Losito, rispettivamente presidente e vicepresidente della Federazione nazionale dei servizi professionali per le imprese in seno alla Confcommercio, spiegano in questa intervista le numerose iniziative e i progetti realizzati e da realizzare.  

 

tuttointermediari.it ne aveva parlato un paio di mesi fa. Un progetto per monitorare il mercato assicurativo italiano, un osservatorio autonomo per analizzare le novità, le trasformazioni e le tendenze dei mercati. In poche parole: un Laboratorio tecnico assicurativo. L’idea è di Asseprim – Confcommercio Imprese per l’Italia, la Federazione nazionale dei servizi professionali per le imprese. Che non è solo questo. È qualcosa di più: formazione, condivisione di valori, scambio di esperienze, soluzioni ai problemi. Anche a beneficio del settore assicurativo.

E oggi sono diverse le realtà che hanno deciso di aderire alla federazione. Qualche nome: dalle società di brokeraggio Aon, Marsh, Willis Towers Watson, Rib (Reinsurance International brokers) alle compagnie Vittoria Assicurazioni, Axa Global Direct Seguros Y Reaseguros S.A., Afi Esca e Mediolanum Vita. Ma che cosa offre la federazione? Come è nata? Come opera? tuttointermediari.it lo ha chiesto a Umberto Bellini (nella foto a sinistra) e Francesco Saverio Losito (foto sotto), rispettivamente presidente e vicepresidente di Asseprim – Confcommercio Imprese per l’Italia.

Domanda. Che cosa è Asseprim?

Bellini. È un’associazione nata quasi 30 anni fa con l’obiettivo di raggruppare competenze che, in casa Confcommercio, non avevano ancora una propria rappresentanza, cioè i servizi professionali alle imprese. Da allora abbiamo iniziato a far sentire la nostra voce e a ricercare soluzioni concrete alle problematiche, rispondendo a quella che era una necessità di fare lobby. Oggi posso affermare che in buona parte ci siamo riusciti.

D. Oggi quante sono le imprese iscritte?

Bellini. Quasi 800 su scala nazionale.

D. Perché Asseprim è diventata una federazione?

Bellini. L’idea è abbastanza recente e risale a due anni fa, quando abbiamo cominciato a vedere che in tante sezioni territoriali di Confcommercio si costituiva, spontaneamente, al loro interno, il gruppo Asseprim. Abbiamo allora pensato: e se ci trasformassimo in federazione, senza precludere a ogni singolo gruppo locale l’indipendenza? Così facendo, cioè dando vita a una federazione, riusciamo a essere ancora più focalizzati sulle richieste della base, intervenendo con maggiore efficacia e con rinnovata efficienza sulle soluzioni ai problemi della categoria. Oggi le filiali Asseprim in tutta Italia sono già una quindicina.

D. Negli ultimi anni vi siete aperti anche al settore assicurativo…

Bellini. Abbiamo approcciato il settore assicurativo sin da subito, ma solo con l’inserimento in squadra di Francesco Saverio Losito, che ci ha letteralmente presi per mano, siamo riusciti a proporci sul mercato come compete a Confcommercio. Tra le iniziative più apprezzate, periodicamente organizziamo dei tavoli di lavoro a cui partecipano autorevoli rappresentanti del mondo assicurativo, mettendo a fattor comune le competenze aziendali e le eccellenze professionali. In questo modo forniamo soluzioni reali alle problematiche del momento.

D. Quante sono le società iscritte ad Asseprim legate in un modo o nell’altro al settore assicurativo?

Bellini. Sono circa un’ottantina fra agenti, broker, compagnie, società di gestione dei sinistri, società di software, studi peritali e legali.

D. A proposito di assicurazioni e di Confcommercio. Quale è la sua opinione in merito al fatto che il Sindacato nazionale agenti in tema di Ccnl dei dipendenti delle agenzie in gestione libera ha deciso di creare un nuovo contratto con altre organizzazioni sindacali?

Bellini. Ha fatto un grosso errore e le spiego perché. Quando si fa un contratto nazionale e si hanno tanti settori come in Confcommercio, è ovvio che, a livello di costi, si abbia una calmierazione. Di contro, quando si rappresentano tante categorie si hanno anche dei vantaggi…Se allo Sna non andavano bene alcuni passaggi perché non ha parlato? Avremmo fatto nostre le osservazioni e le avremmo portate al livello superiore. Lo Sna ha deciso di andarsene, rintanandosi, di fatto, in un’oasi molto ristretta, sottovalutando il fatto che il Ministero del Lavoro riconosce un peso diverso e ben superiore a chi, come Confcommercio, rappresenta circa 5 milioni di persone, contro qualche migliaio di Sna.

D. Ritiene che la decisione dello Sna sia stata più che altro politica?

Bellini. È soprattutto politica.

D. A gennaio del 2015 lo Sna ha anche detto addio alla Confcommercio, ritenendosi «estraneo al suo organigramma», ma lasciando comunque la facoltà a ogni singolo agente di continuare questa collaborazione. Quale è il suo messaggio in questo senso?

Bellini. In Confcommercio le porte sono sempre aperte. Chi vuole continuare a collaborare può farlo tranquillamente.

D. Asseprim ha messo in piedi per gli attori del settore assicurativo anche una offerta formativa. Come è articolata?

Losito. La formazione si sviluppa su due direttrici: obbligatoria e specialistica. La prima è quella prevista dall’Ivass e viene erogata per il tramite di una scuola superiore del commercio, diretta emanazione di Confcommercio. Con essa collaborano docenti esperti del settore, talvolta selezionati di comune accordo con le aziende, proprio per garantire lo sviluppo delle maggiori sinergie possibili. L’altra direttrice riguarda i corsi specialistici: il mondo assicurativo chiede con sempre maggiore insistenza, per i propri dipendenti, corsi ad hoc, non obbligatori, ma non per questo meno sentiti, su determinati temi, deliberati dalle singole aziende. I corsi possono tenersi sia presso la sede dell’impresa (e in questo caso i docenti possono essere reperiti direttamente dalla stessa), sia presso le strutture territoriali di Confcommercio. In passato, per esempio,  abbiamo condiviso una strettissima collaborazione, per quanto riguarda il mondo agenziale, con quello che è l’universo Sara Assicurazioni, grazie al rapporto privilegiato instaurato con l’Automobile Club Milano, la più importante delegazione Aci in Italia. Inoltre abbiamo tuttora in corso delle collaborazioni con broker che ci chiedono, per esempio, l’aggiornamento annuale sull’antiriciclaggio e sulla sicurezza in azienda. Gli ultimi corsi che abbiamo erogato hanno trattato temi come le fideiussioni, la Rc generale e quella dei natanti. Allo stesso tempo siamo stati fautori di alcune iniziative che oggi sono di grande attualità, come quella sul rischio reputazionale, il cyber risk, gli intangibili e il patent box. In breve, noi cerchiamo di captare le esigenze della base e di trasformarle in opportunità di crescita e di sviluppo professionale per gli associati. I nuovi associati, infatti, li trovi solo se sei in grado di proporti con un approccio pragmatico e concreto.

D. Come nasce l’idea di lanciare un laboratorio tecnico assicurativo? Quale è l’obiettivo?

Losito. Qualche anno fa abbiamo svolto una indagine tra le aziende nostre associate. Dall’analisi è emerso che la maggior parte di loro non aveva la corretta percezione dei rischi realmente sofferti e quindi meritevoli di coperture assicurative. Anche attraverso l’organizzazione di eventi di networking abbiamo deciso di far incontrare tutte le nostre imprese, consentendo al settore assicurativo, che di recente si è esteso anche al finanziario, attraverso i suoi operatori di intercettare questo tipo di bisogni, trasformandoli in altrettante polizze, offerte di collaborazioni professionali, assistenza e consulenze. Non è casuale l’avvio di convenzioni con Generali, Quixa e Vittoria, perché queste compagnie prima e meglio di altre hanno capito le potenzialità espresse da una realtà come Confcommercio. Il nostro valore aggiunto è dato dalla circostanza per la quale rappresentiamo allo stesso tempo l’intera filiera della “catena di montaggio” del settore assicurativo: dalle compagnie alle società di gestione dei sinistri, dagli agenti ai broker, dalle società di informatica settoriale agli studi peritali, fino a quelli legali. Ma facciamo di più: sviluppiamo un matching associativo che genera ulteriore valore aggiunto. In altre parole facciamo incontrare domanda e offerta: da una parte l’azienda che ha bisogno di coperture e soluzioni assicurative, dall’altro chi è in grado di metterle a disposizione.

D. Quali saranno i prossimi step del laboratorio?

Losito. Non c’è nulla di preconfezionato. Verranno fuori dal tavolo di lavoro. Quest’anno, per la prima volta, abbiamo aperto gli incontri anche a soggetti non associati ad Asseprim, che però, già nel corso dei primi dibattiti, hanno manifestato la volontà di associarsi. (A lato, un momento dell’intervista presso la sede di Asseprim in corso Venezia a Milano)

D. Con quale cadenza si organizzano gli incontri?

Losito. Non esiste una calendarizzazione precisa. Il 27 giugno scorso, per esempio, si è svolto il quarto incontro in poco più di quattro mesi.

D. Ad Asseprim sono iscritte società che aderiscono anche alle rispettive associazioni di categoria (per esempio agenti, broker, compagnie) e dunque hanno una doppia iscrizione…

Bellini. Sì e sono tante. Vengono da noi perché ricevono un servizio e di qualità.

Losito. E anche perché in Asseprim ogni singolo associato è subito protagonista, indipendentemente dal proprio peso specifico, e tutti possono partecipare egualmente alla vita della federazione; nulla viene “calato” dall’alto. Questa impostazione meritocratica è un nostro importante elemento distintivo.

D. Non c’è sovrapposizione, quindi, fra Asseprim e le altre associazioni di categoria legate al mondo assicurativo?

Losito. Assolutamente no. Asseprim è sempre di più la casa di chi ha voglia di essere e non di apparire.

D. Prendete in considerazione anche eventuali collaborazioni con loro?

Bellini. Le porte sono aperte. Sempre.

D. Oggi si parla molto della crisi dell’associazionismo. Quale è la sua opinione?

Bellini. In parte è vero, in parte no. Se si eroga un servizio è facile che si chieda di entrare nella squadra associandosi. Ormai non si aderisce più a una associazione solo per tradizione. Oggi si fanno i conti in base alla quota di iscrizione e al ritorno in termini di servizi utili. Se l’associazione, ribadisco, offre un servizio appropriato, mirato, che viene percepito e valutato positivamente dall’associato, non si ha alcun problema a pagare la quota. Il calo degli associati avviene quando questi non ricevono nulla.

Fabio Sgroi

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