Il prossimo 24 febbraio altra tappa fondamentale nel tentativo di salvare il Fondo. E i gruppi aziendali agenti provano a unire le forze.
Tra poco più di una settimana è prevista un’altra tappa, l’ennesima, del percorso che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) portare al salvataggio del Fondo pensione agenti.
Il prossimo 24 febbraio, infatti, la Covip (l’autorità amministrativa che ha il compito di vigilare sul funzionamento dei fondi pensione complementari) ha convocato gli organi di amministrazione del Fondo pensione agenti per fare il punto. Solo un accordo fra tutte le parti in causa (Ania, Sna, Anapa e Unapass) può scongiurare il commissariamento del Fondo.
Intanto lunedì scorso si è tenuto a Roma un incontro promosso da Roberto Salvi, presidente del Gruppo agenti di assicurazione Toro (Gaat), con l’obiettivo di far conoscere i reali numeri del disavanzo prospettico del Fondo stesso. Salvi, come si ricorderà, aveva affidato allo studio Crenca & Associati uno studio che aveva rilevato come il disavanzo prospettato non fosse quello “ufficiale” di circa 700 milioni di euro, ma fosse molto meno (quasi la metà, secondo indiscrezioni).
Nel corso della riunione di lunedì a Roma (presenti «molti presidenti di gruppo o loro delegati aderenti alle diverse sigle sindacali, oltre al gruppo agenti Unipolsai Aau che non aderisce ad alcun sindacato», si legge in una nota), rispondendo alle domande dei rappresentanti dei diversi gruppi agenti, lo studio Crenca & Associati ha fornito chiarimenti e spiegazioni sulla situazione del Fondo, con particolare riferimento al disavanzo prospettico.
Al termine dell’incontro è stato deciso di affidare allo studio Crenca & Associati un ulteriore incarico per la ricerca di soluzioni da proporre al consiglio di amministrazione del Fondo pensione agenti e a tutti i soggetti interessati.
Fabio Sgroi
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