Dopo che la Covip ha approvato le modifiche allo statuto necessarie per l’applicazione del piano di risanamento, il Fondo scriverà a 33.000 iscritti per illustrare gli effetti sulle singole posizioni individuali.
Con delibera del 19 luglio scorso, la Covip ha approvato le modifiche dello statuto necessarie per l’applicazione del piano di riequilibrio del Fondo pensione agenti. Gli uffici del Fondo stanno adesso predisponendo le comunicazioni da trasmettere a tutti gli iscritti, sia pensionati, sia aderenti in fase di accumulo, nelle quali verranno illustrati i principi alla base del piano e gli effetti dell’applicazione dello stesso sulle singole posizioni individuali.
L’invio delle comunicazioni, fa sapere il Fondo, riguarderà un totale di circa 33.000 iscritti, e verrà effettuato, seguendo uno scaglionamento per categoria di appartenenza, a partire dalla prossima settimana. Dunque, tra qualche mese il Fondo dovrebbe essere ripristinato con la ripresa della gestione ordinaria.
«Il nuovo consiglio di amministrazione dovrà cercare con ogni mezzo di cicatrizzare le ferite», ha dichiarato Claudio Demozzi, presidente dello Sna, dalle pagine di Snachannel. «Allo scopo abbiamo in programma un serio confronto con le istituzioni e con l’Ania; il danno di immagine a tutto il settore è profondo e deriva principalmente dalla mancata disponibilità dell’Associazione delle imprese a contribuire almeno pariteticamente con gli agenti al riequilibrio dei conti».
Anapa Rete ImpresAgenzia ha commentato l’approvazione di Covip attraverso l’editoriale settimanale, questa volta a cura di Giovanni Puxeddu, presidente dell’associazione per la regione Sardegna. Puxeddu, fra le altre cose, sottolinea come la vicenda Fonage sia «lungi dall’essere risolta» ed evidenzia «come Covip ancora non si fidi di noi», visto che il fondo attuale, «anche senza considerare la variabile Brexit che potrebbe potenzialmente incidere, continua ad avere dei limiti enormi. Intanto non ha neanche lo (scarso ma funzionale) apporto delle compagnie, ha dei costi di gestione spropositati, non ha un piano di indirizzo strategico, ha una gestione immobiliare che a detta di qualche esperto dovrebbe essere cancellata e ricostruita… e così via». Un piano di riequilibrio che «piace ancora meno perché è peggiore di quello proposto e rifiutato lo scorso anno. Un piano già ora lacrime e sangue e non risolutivo».
Fabio Sgroi
© RIPRODUZIONE RISERVATA