Umberto D’Andrea, presidente dell’Associazione Agenti Allianz, dice la sua in merito a come sono andate le cose nel corso della riunione della settimana scorsa a Milano. E lancia un appello: «Basta con la ricerca ossessiva di imputati e colpevoli. A costo di riunirsi di notte, salviamo il Fondo».
Gli appelli per il salvataggio del Fondo pensione agenti arrivano da più parti. E anche i presidenti di gruppo intervengono sulla questione. Dopo Roberto Salvi, presidente del Gruppo agenti di assicurazione Toro, è il turno di Umberto D’Andrea (nella foto), presidente dell’Associazione agenti Allianz, il più numeroso gruppo agenti presente in Italia con i suoi circa 2.000 iscritti.
Attraverso una nota inviata in serata a tuttointermediari.it, D’Andrea ha ritenuto opportuno «fare chiarezza» in merito alla riunione del comitato dei Gruppi aziendali agenti aderenti a Sna, che si è tenuta a Milano la settimana scorsa.
«Durante l’incontro», ha precisato D’Andrea, «il presidente dello Sna, Claudio Demozzi, relazionando sulla vicenda relativa al Fondo pensione agenti, ha ufficialmente dichiarato che “in questa fase le parti sociali non hanno facoltà di intervenire sul piano di risanamento presentato dal commissario straordinario”. Di fronte a questa affermazione, evidentemente, il dibattito tra i presidenti di gruppo presenti si è svuotato di significato, considerato che qualunque decisione si fosse assunta, sarebbe stata inutile. Che nessuno dei presenti abbia richiesto all’esecutivo nazionale di cambiare posizione, non va interpretato, quindi, come qualcuno vorrebbe, una condivisione della posizione dello stesso esecutivo Sna da parte dei presidenti».
Per il presidente dell’Associazione agenti Allianz, la lettera inviata dal commissario straordinario allo Sna, venerdì scorso, «che di fatto richiama le parti sociali a intervenire, cambia nuovamente lo scenario. Credo che il comitato dei presidenti non possa esimersi dal prendere una posizione; i tempi sono ristretti, ma di fronte alla gravità della situazione, bisogna assumersi responsabilità, e trovare il modo di far sentire la propria voce. È finito il tempo di utilizzare il nostro Fondo per colpire questo o quel nemico; basta demagogie e populismi, basta con la ricerca ossessiva di imputati e colpevoli. A costo di riunirsi di notte, salviamo il Fondo». È l’appello di D’Andrea. (fs)
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