I premi diretti del lavoro raccolti dalle 81 imprese italiane e dalle due rappresentanze di imprese extra-europee sono stati pari a 32,8 miliardi di euro, in calo del 2,7% rispetto al 2013. Il calo è dovuto essenzialmente alla diminuzione dei premi del settore auto.
Nel 2014 la raccolta premi dei rami danni è stata pari a 32,8 miliardi di euro, in calo del 2,7% rispetto al 2013. È questo il dato ufficiale reso noto dall’Ania e riferito ai premi diretti del lavoro italiano raccolti dalle 81 imprese italiane e dalle due rappresentanze di imprese extra-europee che operano in Italia, appunto, nei rami danni (nella tabella a fianco è possibile dare un’occhiata alla serie storica della raccolta premi dal 2007 al 2014). Il calo è dovuto essenzialmente alla diminuzione del 5,8% dei premi del settore auto (Rc auto, Rc natanti e corpi veicoli terrestri che da soli costituiscono il 53,7% della raccolta totale danni) che è stato solo in parte controbilanciato dal lieve aumento dei premi degli altri rami danni (+1,2%).
L’incidenza dei rami danni sul totale dei premi è passata dal 28,4% al 22,9%, anche per effetto del forte aumento dei premi vita. Il combined ratio è rimasto stabile rispetto allo scorso anno (90,1%). I premi di competenza, ottenuti sottraendo ai premi contabilizzati la variazione della riserva premi e altre voci di saldo, sono stati pari a 33,2 miliardi di euro (-3,8% rispetto al 2013). Il costo dei sinistri di competenza (la somma degli importi pagati e riservati per i sinistri accaduti nell’esercizio di bilancio) è stato pari a 22,3 miliardi di euro (-2,6%). Dal momento che il calo del costo dei sinistri è stato inferiore a quello registrato dai premi di competenza, il relativo rapporto (sinistri a premi) è risultato in peggioramento nel 2014 (da 66,5% a 67,2%).
Gli oneri per sinistri (che includono rispetto al costo dei sinistri di competenza una sufficienza degli importi riservati dei sinistri accaduti in anni precedenti pari a 1.105 milioni) sono stati pari a 21,2 miliardi (22,4 nel 2013) in calo del 5,4%, e quindi il rapporto tra gli oneri per sinistri e i premi di competenza è risultato nel 2014 in miglioramento di circa un punto percentuale rispetto al 2013 (da 65% a 63,9%).
Le spese di gestione (che comprendono oltre agli oneri per l’acquisizione dei contratti, per la riscossione dei premi e per l’organizzazione e il funzionamento della rete distributiva, anche le spese di amministrazione attinenti alla gestione tecnica) sono state pari a 8.596 milioni, con un aumento dell’1,9% e un’incidenza sui premi diretti del 26,2%, in aumento rispetto all’anno precedente. Le spese per provvigioni di acquisizione rispetto ai premi sono lievemente aumentate (da 15,9% a 16,3%) così come le altre spese di amministrazione rispetto ai premi (da 4,7% a 4,9%) e il peso delle altre spese di acquisizione sui premi (4,4% nel 2013 e 5% nel 2014).
Il saldo tecnico del lavoro diretto è stato positivo per 2,9 miliardi (3 miliardi nel 2013). Considerati gli utili degli investimenti, pari a 1.278 milioni (in linea con il 2013), il risultato del conto tecnico è stato positivo per 4.158 milioni (4.205 nel 2013). L’incidenza sui premi è stata pari a 12,5% (12,2% nel 2013).
Il risultato delle cessioni in riassicurazione e del lavoro indiretto netto, è risultato negativo e pari a -599 milioni (era -772 milioni nel 2013). Ciò ha contribuito a un risultato complessivo del conto tecnico positivo per 3.559 milioni (di poco superiore a quello dell’anno precedente). L’incidenza sui premi è stata pari a 10,7% (10,0% nel 2013). Le riserve tecniche dirette, al netto delle somme da recuperare da assicurati e da terzi, sono state pari a 60 miliardi alla fine del 2014; di queste 14.059 milioni sono relativi alla riserva premi, mentre 45.973 milioni sono relativi alla riserva sinistri.
Visto il calo dei premi contabilizzati del settore danni registrato nel 2014, la loro incidenza sul Prodotto interno lordo è scesa dal 2,09% nel 2013 al 2,03% nel 2014.
Fabio Sgroi
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