Claudio Demozzi, presidente del sindacato: «Molte imprese a volte impongono l’adozione di sistemi di pagamento on line che indirizzano i premi direttamente sui conti correnti della compagnia, disintermediando l’agenzia. Rinunciare a questo elemento caratterizzante della nostra figura professionale rischia di compromettere gli interessi della categoria».
«Occorre mantenere la prerogativa professionale dell’intermediazione diretta dei flussi finanziari dei premi dei nostri clienti». L’appello è stato lanciato da Claudio Demozzi, presidente dello Sna, all’ultimo congresso del sindacato tenutosi a Bari qualche settimana fa.
La questione trae spunto dalla semplificazione burocratica ed amministrativa. Demozzi ha ricordato il contenuto dell’articolo 22 comma 15-bis della Legge n. 221/2012: “Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, l’Ivass provvede, limitatamente al ramo assicurativo danni, alla definizione di misure di semplificazione delle procedure e degli adempimenti burocratici, con particolare riferimento alla riduzione degli adempimenti cartacei e della modulistica, nei rapporti contrattuali fra le imprese di assicurazione, gli intermediari e la clientela, anche favorendo le relazioni digitali, l’utilizzo della posta elettronica certificata, la firma digitale e i pagamenti elettronici e i pagamenti on line”.
Secondo il presidente del Sindacato nazionale agenti «molte imprese hanno sfruttato questa disposizione legislativa per accelerare, a volte imporre, l’adozione di sistemi di pagamento on line che indirizzano i premi direttamente sui conti correnti della compagnia, disintermediando l’agenzia. A volte, con la complicità di colleghi che, in buona fede, si sono fatti promotori di tale strategia, nel ruolo di “ambasciatori digitali”».
Da qui il monito di Demozzi: «Per noi è strategicamente importante mantenere la prerogativa professionale dell’intermediazione diretta dei flussi finanziari dei premi dei nostri clienti. Rinunciare a questo elemento caratterizzante della nostra figura professionale, con tutte le relative conseguenze che ne derivano in termini di minore centralità nel rapporto con il cliente, di inversione del flusso finanziario premi-provvigioni e di ridimensionamento del rapporto fiduciario, rischia di compromettere gli interessi della categoria».
L’appello del numero uno dello Sna è più che altro rivolto ai gruppi aziendali agenti: «Il sindacato auspica che si facciano portavoce di questo importante richiamo e che il tema possa presto essere affrontato collegialmente in sede di Comitato dei presidenti di Gaa».
Lo Sna, ha sottolineato Demozzi, ha intenzione di mantenere la pressione sull’Ivass, sull’Antitrust e sull’Ania, nonché sulle singole compagnie «affinché il diritto degli agenti a intermediare materialmente i premi dei loro clienti, nel rispetto delle norme vigenti, sia rispettato, tutelato e rafforzato».
Fabio Sgroi
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