Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass, punta l’indice sulla legislazione europea che paradossalmente protegge chi nelle attività non è propriamente trasparente.
Rischi di medici e ospedali, ma anche le fideiussioni. È su questi settori che l’attività dell’Ivass si sta facendo sempre più pressante per cercare di risolvere alcune problematiche che poi potrebbero riverberarsi a cascata su tutto il settore assicurativo.
Salvatore Rossi (nella foto), presidente dell’istituto di vigilanza, non ha usato mezzi termini durante la sua ultima relazione annuale, per inquadrare la questione. «In alcuni specifici settori (appunto quelli legati ai rischi di medici e ospedali e alle fideiussioni, ndr) il mercato italiano è frequentato da operatori talora poco affidabili, ma protetti dalla legislazione europea», ha detto. L’Ivass, da questo punto di vista, è operativo e si sta dando da fare. Per esempio cercando di affrontare il problema «alla radice. Abbiamo già intercettato imprese “esterovestite” e arbitraggi regolamentari, anche grazie a una cooperazione internazionale che si è andata rafforzando», ha sottolineato Rossi.
Il problema riguarda anche il settore delle fideiussioni. Proprio per agire sulla prevenzione e sul contrasto delle frodi in questo settore, Rossi ha informato gli addetti ai lavori di aver dato vita insieme con l’Anac (l’Autorità nazionale anticorruzione), la Banca d’Italia e l’Antitrust a uno specifico tavolo tecnico.
Fabio Sgroi
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