L’Associazione nazionale fra le imprese assicurative si è espressa su tre normative importanti che disciplinano i requisiti di capitale e di gestione del rischio, i prodotti di investimento al dettaglio e assicurativi e l’accesso ai dati finanziari.
Solvency 2, Retail investment strategy (Ris) e Financial data access (Fida). Le proposte presentate dall’Ania a quelli che saranno i nuovi rappresentanti politici che guideranno l’Europa nella legislazione europea 2024 – 2029 (le elezioni sono in programma tra il 6 e il 9 giugno 2024) riguardano anche la legislazione in corso.
Per quanto concerne Solvency (che stabilisce, nel contesto europeo, un set di requisiti di capitale e di gestione del rischio che si sposano con l’obiettivo della tutela del consumatore), l’Ania ha considerato «positivamente» l’accordo raggiunto sulla proposta di revisione della normativa, in cui è emersa una linea «che mantiene elevati livelli di protezione per gli assicurati e, al contempo, consente al settore di incrementare il suo contributo al finanziamento dell’economia reale. Inoltre, vengono confermati e rafforzati i meccanismi anticiclici, quali il Volatility Adjustment, in particolare attraverso l’introduzione di un limite alla risk correction sia per i titoli di Stato, sia per i titoli corporate, fondamentali nell’attenuare gli impatti delle turbolenze di breve termine nei mercati sulla situazione patrimoniale delle compagnie». Per l’Ania sarà «fondamentale che le misure di secondo livello non vanifichino le decisioni raggiunte e siano in linea con le intenzioni dei legislatori».
Capitolo Retail Investment Strategy (che disciplina i prodotti di investimento al dettaglio e assicurativi). L’Ania auspica che si concluda «in modo non penalizzante per il business model italiano e della gran parte dei Paesi europei, favorendo quei miglioramenti necessari al buon funzionamento del sistema nell’interesse di imprese e consumatori». In particolare, l’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici si augura «che vengano apportate quelle modifiche necessarie affinché la proposta non sia più focalizzata sui costi e sulle logiche del settore finanziario, ma tenga maggiormente conto delle specificità del settore assicurativo».
Infine la proposta Financial Data Access (accesso ai dati finanziari). L’Ania ritiene che «abbia il potenziale per avere impatti positivi, ma per come è attualmente presentata essa rischia di comportare costi superiori ai benefici. Inoltre, non è sufficientemente supportata da evidenze, come casi d’uso e test sui consumatori, che ne giustifichino l’applicazione così estesa proposta già in fase di prima applicazione. Appare indispensabile, pertanto, che nell’ambito del processo sia raggiunto un maggiore equilibrio tra tutti gli interessi coinvolti dall’attuazione del sistema di accesso ai dati finanziari e una maggiore gradualità nell’applicazione delle proposte normative formulate».
Fabio Sgroi
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