martedì 28 Ottobre 2025

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ERRORI LEGATI AI PARTI: QUANTO PESANO SUI COSTI DEI SINISTRI PER LA SANITA’

Marsh ha reso noto i risultati del Report MedMal sui parti nel periodo 2004 – 2012. Ecco che cosa è emerso…

 

SANITA 1I parti hanno un ruolo centrale sui costi dei sinistri per la sanità pubblica: il numero di sinistri è sì in diminuzione (8,12 denunce ogni 10 mila bambini nati nel 2012, pari a un 2% in meno rispetto all’anno precedente), ma il loro impatto economico resta molto oneroso. Nei 9 anni di analisi, infatti, sono stati risarciti complessivamente 60 milioni di euro, circa un quarto del totale della spesa per risarcimenti (per la precisione il 23,9%). Questi i principali risultati della quarta edizione del report MedMal di Marsh sull’andamento della sinistrosità in ostetricia-ginecologia, che ha analizzato i sinistri legati ai parti avvenuti in circa 83 strutture sanitarie tra il 2004 e il 2012.

Secondo lo studio, il risarcimento medio per un sinistro legato al parto è di circa 330.000 euro e anche se si tratta di un importo in leggero calo rispetto all’anno precedente risulta più elevato rispetto alla media di risarcimento di altre tipologie di errori. Quello chirurgico o quello diagnostico, per esempio, si aggirano attorno ai 45.000 euro.

Nei 9 anni di analisi sono state denunciate 842 richieste di risarcimento su un campione medio annuo di circa 150.000 nascite. Più della metà dei casi è relativo a un difetto di vigilanza in fase di travaglio. Al secondo posto si collocano i problemi in fase espulsiva (20,90%) e in percentuali che variano dal 7% al 4% seguono l’errore anestesiologico, l’errore nell’apposizione del forcipe, il problema durante la rianimazione neonatale, il problema nell’esecuzione dell’episiotomia e l’errore diagnostico.

I parti cesarei, presi singolarmente, si confermano più sicuri dei parti fisiologici (22% di richieste di risarcimento danni contro il 78% per i parti fisiologici), ma in entrambi i casi a soffrire il momento del parto sono soprattutto i bambini, cui si riferisce l’85% degli eventi dannosi. Il valore assicurativo di ogni nato è pari a circa 188 euro, circa il 10% in meno rispetto alla edizione precedente.

Due sinistri su 10 in media riguardano decessi, della madre o del bambino, mentre nel restante 80% dei casi si tratta di lesioni: 41,33% sofferenza fetale, 15,32% distocia di spalla, 7,72% abrasioni sul bambino, 7,13% abrasioni sulla madre, 6,89% problematiche anestesiologiche e rianimatorie, 4,04% emorragie materne, 2,14% malformazioni genetiche.

Sempre secondo il report di Marsh, i tempi di denuncia si stanno allungando: se il 34% delle richieste danni viene denunciato entro un anno e un ulteriore 10% entro due anni, occorre aspettare almeno 6 anni per raggiungere quasi il 100% delle denunce. Molto spesso, infatti, le conseguenze di un parto problematico sono riscontrabili solo nella fase di apprendimento del bambino, rendendo quindi i tempi di denuncia molto dilatati.

La maggior parte delle richieste di risarcimento è gestita in prevalenza in via stragiudiziale (68%), seguono i procedimenti civili (21%) e quelli penali (9,8%). Questi ultimi registrano una significativa crescita.

Nell’’ultimo anno oggetto di analisi, l’11% delle pratiche non ha avuto seguito, in quanto non si è dimostrata un’effettiva responsabilità del medico: si tratta di una percentuale quasi doppia rispetto all’anno precedente. (fs)

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