Il presidente del gruppo agenti Helvetia: «Il modello ci trova concordi su tutta una serie di situazioni. Tuttavia necessita di un assestamento». E sull’impegno della compagnia nel concedere maggiori autonomie alle agenzie: «I risultati si vedono…».

«La compagnia ha deciso di prendere di petto il tema delle autonomie è questo è per noi importante. Certo, si tratta di un primo step, ma i risultati si vedono». A Pierguido Durini, presidente del Gruppo agenti Helvetia, piace il “nuovo corso” avviato dalla mandante e lo ha voluto sottolineare anche durante l’ultima convention della compagnia dedicata alla rete.
Al centro di una tavola rotonda che si è svolta durante l’evento, il modello di servizio adottato da Helvetia. Che cosa si aspettano gli agenti? Durini è partito da lontano. «La qualità del rapporto fra le agenzie e i propri assuntori e la direzione in Helvetia è sempre stata elevatissima ed è stata il fiore all’occhiello di una relazione fra la rete agenziale e la compagnia che in molte altre strutture ci è invidiata. Per molti agenti Helvetia, al di là di quello che possono essere la qualità dei prodotti, la liquidazione dei sinistri, il rapporto con i propri assuntori e con la direzione, è stato probabilmente l’elemento che li ha portati a scegliere di lavorare più con la compagnia elvetica che non con altre mandanti».
Poi, l’agente di Lecce, è entrato più nello specifico. «Il modello di servizio adottato dalla compagnia ci trova concordi su tutta una serie di situazioni. Tuttavia è un modello che denota troppe situazioni nelle quali rileviamo che ancora non si sia assestato e sebbene, in alcuni casi, ci siano stati dei miglioramenti, in generale ci aspettiamo molto di più», ha dichiarato.
Fabio Sgroi
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