lunedì 13 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

DONNE: COSA FARE PER ACCRESCERE IL LORO RUOLO NELLE ASSICURAZIONI

L’evento “Uaa for women” ha acceso un faro su un tema troppo spesso ai margini. Ora è arrivato il momento di svoltare…

L’evento dal titolo Uaa for women organizzato dall’Unione Agenti Axa (Uaa) qualche settimana fa ha previsto anche una tavola rotonda (nelle foto) nella quale alcune addette ai lavori hanno fatto il punto esprimendo la loro opinione.

«I numeri della ricerca dell’Unione agenti Axa sull’intermediazione assicurativa femminile», ha esordito Letizia D’Abbondanza, head of customer department di Axa Italia, «mostrano una fotografia che mi aspettavo e che non mi piace. Credo che dovremmo seriamente provare a cambiare le cose. Le donne agenti  hanno grandissime capacità e lo dimostra il fatto che le agenzie sono mandate avanti da loro».

Da un lato è così, dall’altro c’è qualche anomalia, come ha fatto notare Paola Di Matteo, gerente di Enbass (l’Ente nazionale bilaterale del settore agenzie di assicurazione). «Secondo i dati dell’Inps, le donne nel settore assicurativo sono oltre l’80%, ma i quadri sono la metà. Non solo. Guadagnano il 30% in meno rispetto agli uomini. E questo non combacia con il fatto che quello assicurativo è un mondo fatto di donne cui la maggior parte degli agenti uomini affidano le loro attività…».

Le aziende di grandi dimensioni, ha riconosciuto Chiara Fiorotto, senior client manager di Marsh, «effettivamente hanno avuto e hanno un’attenzione particolare alla parità di genere e oggi è una realtà concreta. Tuttavia c’è ancora molto da fare se è vero che ancora oggi le donne scontano uno stipendio di ingresso molto più basso rispetto ai compagni di sesso maschile. Perché, diciamolo, c’è ancora questo grande squilibrio e imporre che ci sia una vera parità ed equità della remunerazione mi sembra doveroso».

NESSUN VITTIMISMO – Ma guai a fare le vittime. Quello che si vuole sottolineare è, ed è scontato, una parità di genere. «Le donne non devono essere assunte o promosse in quanto donne. E’ sbagliato. Però dobbiamo essere messe nelle condizioni di poter ricoprire certi ruoli», ha evidenziato D’Abbondanza, che ha precisato: «Non è una lotta delle donne contro gli uomini». È altro. Semplicemente competere con armi uguali.

Quanto è importante saper comunicare questi concetti? «Tanto», ha sottolineato Fiorotto, «e la comunicazione non deve essere sovrabbondante e sterile. Noi donne dobbiamo imparare a comunicare perché siamo noi le prime a essere il motore propulsivo del cambiamento di gender. Sappiamo che siamo state discriminate nel corso degli anni, ma ora dobbiamo fare qualcosa. L’uomo e la donna sono diversi, ma non è detto che uno sia migliore dell’altro; abbiamo approcci differenti, caratteristiche diverse, ma è proprio la diversità che ci rende unici e che fa crescere le aziende e anche le realtà del mondo dell’intermedizione assicurativa».

L’IMPEGNO DI AXA ITALIA PER LE DONNE – Parità retributiva, smart working, congedo parentale paritario. Axa si è mossa in questi ambiti per agevolare la vita delle donne. Le iniziative non sono poche. «Innanzitutto la parità retributiva. Axa si è attivata in questi anni per coprire progressivamente il gender gap. Stesso ruolo degli uomini, stessa retribuzione», ha sottolineato D’Abbondanza. «Con riferimento allo smart working, che sicuramente semplifica la vita alle mamme, noi siamo partiti adottando questa modalità di lavoro ancora prima del Covid. C’è poi il congedo parentale: Axa ha ampliato la policy concedendo quattro settimane indipendentemente dall’essere uomo o donna». Il gruppo francese si sta attivando anche per quanto concerne iniziative di welfare.

COSA DEVONO FARE LE AZIENDE… E COSA SI PUO’ FARE ALL’INTERNO DELLE AGENZIE – «Sicuramente le grandi aziende possono attuare una politica un po’ più estensiva degli asili nido aziendali», ha affermato D’Abbondanza. E all’interno delle agenzie? Come muoversi? Già si fa, ma è un qualcosa su cui bisogna insistere. E cioé «individuare le dipendenti di agenzia che possono diventare agenti e qui diventa fondamentale un processo di mentoring», ha detto D’Abbondanza. Sulla stessa lunghezza d’onda è Fiorotto, secondo la quale «un’attività di mentoring strutturata e calata su tutto il mondo agenziale è fondamentale».

Di Matteo, invece, non ha dubbi. «Spiace dirlo, ma secondo noi la cultura andrebbe fatta nell’agente, che va educato». Ma c’è anche un’altra strada per far crescere le donne all’interno delle realtà d’appalto. «Noi vediamo un’immobilità, anche perché l’età media è alta e quindi bisognerebbe far sì che ognuna delle agenti o dipendenti prenda a cuore l’idea di rappresentare la propria categoria sul tavolo dove partecipano le istituzioni. Occorre far venire fuori idee. Inoltre, se ognuna delle agenti investisse almeno in una propria dipendente presente in agenzia il numero si raddoppierebbe in pochissimo tempo…». Su una maggiore presenza sui tavoli che contano è d’accordo Diana Pastarini, head of marketing di Dual Europe: «Bisognerebbe puntare su un’attività di lobby che oggi non c’è; portare tematiche sui tavoli è una cosa che si può fare, con l’obiettivo di creare sinergie con soggetti che possano incidere su politiche strutturali».

Chiara Censoni, membro di giunta dell’Unione Agenti Axa, ha rimarcato come il contesto entro cui si muovono e lavorano le donne agenti sia «molto diverso…Un esempio? Il congedo parentale…non esiste…non mi risulta…. Come fare entrare più donne possibili nel nostro mondo? Dobbiamo fare capire loro che la nostra è una professione bellissima, è una strada che si può percorrere. Certo, è difficile, ma si può fare…e noi ne siamo l’esempio…».

Fabio Sgroi

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